02 Mar 02/3 Acqua in bottiglia di plastica: in Italia consumi raddoppiati in 10 anni
L’attenzione all’ambiente non frena gli acquisti degli italiani secondo i dati Ismea del 2019.
Il peso delle bottiglie di plastica sull’emergenza climatica
Mentre le temperature aumentano, le calotte polari si sciolgono e in tutto il mondo nascono movimenti globali anti-plastica, sono ancora tanti i consumatori che non riescono a rinunciare alla comodità “usa-e-getta” delle bottiglie di plastica. Si tratta di una questione che tocca molto da vicino il nostro Paese, campione mondiale di consumo di acque minerali in bottiglia, di cui la maggior parte in plastica, al terzo posto dopo Messico e Thailandia. Anche se il problema dell’impatto della plastica sull’ambiente va molto al di là di quello creato dalle acque minerali, il cui peso sull’emergenza climatica è solo parziale, la spiccata preferenza dei consumatori italiani per l’acqua minerale confezionata, è un’interessante fotografia di un trend che, secondo i dati ISMEA sul 2019, rimane in crescita.
Italiani e acque minerali: un amore solido nonostante la plastica
Negli ultimi dieci anni, le vendite totali a volume delle acque minerale imbottigliate in plastica, si sono più che raddoppiate, passando dai circa 5 miliardi di bottiglie del 2009 ai circa 10 miliardi di bottiglie del 2019: una crescita costante, nonostante la guerra alla plastica si sia andata intensificando progressivamente. Come evidenziano i dati ISMEA relativi al 2019, gli incrementi delle vendite hanno interessato in modo particolare il Sud e la Sicilia (+ 2,7%), in un contesto di aumento generalizzato (+0,9% il dato nazionale). Da segnalare inoltre che la quota più importante dei consumi sia relativa all’acqua naturale, tipologia disponibile dai rubinetti delle nostre case, ma che invece ha rappresentato il 71% dei volumi di vendita: parliamo di circa 7 miliardi e 200 mila bottiglie acquistate nel 2019, un valore quasi triplicato nel giro di soli 3 anni. Le acque effervescenti, invece, nel 2019 sono state scelte dal 13% delle famiglie italiane, per un totale di circa un miliardo di bottiglie, contro le circa 500mila del 2016. Stessi numeri per quelle gassate che nel 2019 sono state comprate dall’11% dei consumatori, per un volume di vendita pari a circa un miliardo di bottiglie. Numeri più contenuti ma ugualmente rilevanti per le acque leggermente gassate che hanno incontrato le preferenze del 5% delle famiglie italiane (circa 500mila bottiglie, il doppio di quelle consumate nel 2016).
E le bottiglie in vetro?
Ferma restando la passione dei consumatori italiani per le acque minerali, viene da chiedersi se la stringente emergenza climatica e la lotta contro l’inquinamento da plastica possano avere avuto un’influenza sulla scelta di acque imbottigliate in vetro. La risposta fornita dai dati ISMEA non è confortante: le bottiglie di acqua naturale in vetro acquistate dai consumatori nel 2019 sono pari a 24 milioni circa, mentre dieci anni fa erano circa 31 milioni. Un trend negativo che è confermato anche per l’acqua effervescente e quella leggermente gassata, ma non per quella gassata che risulta in controtendenza con circa 5 milioni e mezzo le bottiglie acquistate nel 2019, contro i circa 3 milioni di bottiglie del 2009.