20 Ago 20/8 La finanza sostenibile piace agli italiani?
di Eduardo Lubrano. La finanza sostenibile piace agli italiani, specie dopo il lockdown. L’acronimo che la definisce in inglese è ESG, Environmental, Social, Governance e indica tutte le attività legate all’investimento responsabile (IR) che perseguono gli obiettivi tipici della gestione finanziaria tenendo in considerazione aspetti di natura ambientale, sociale e di governance.
Il Rapporto di Censis e Assogestioni “Il valore della diversità nelle scelte d’investimento prima e dopo il Covid-19” segnala che il 52,3% degli italiani, già nel periodo prima del Coronavirus, era molto o abbastanza interessato a investire in prodotti di finanza sostenibile, Esg, legati alle tematiche ambientali, sociali e di corretta gestione, mentre il 40,3% era favorevole a investimenti verso aziende o fondi di investimento guidati da donne. Una tendenza che ha resistito alla furia del Covid-19 con oltre un consulente finanziario su quattro (il 27,9%) che ha ricevuto richieste di puntare verso prodotti sostenibili.
L’analisi del Rapporto sulla finanza sostenibile
La propensione alla finanza Esg risulta più elevata tra le persone con alti redditi, alto capitale culturale e giovane età. Sono molto o abbastanza interessate a investire in prodotti finanziari sostenibili il 67% delle persone con alti redditi (contro il 44,6% di quelle con bassi redditi), il 59,5% dei giovani (contro il 39,8% degli over 64), il 68,2% dei laureati (contro il 31,1% delle persone con licenza media), il 70,2% dei dirigenti e il 62,1% degli imprenditori (contro il 49,5% di operai ed esecutivi).
La questione della sostenibilità viene considerata tra le più importanti dai cittadini che non solo chiedono a imprese e istituzioni azioni concrete a favore della comunità e dell’ambiente. Ma sono loro stessi a realizzarle, dal risparmio energetico alla riduzione degli sprechi, dal riuso degli oggetti alla raccolta differenziata, dalla mobilità responsabile agli investimenti sostenibili.
Il salone della Csr e dell’Innovazione sociale
Il salone della Csr (Corporate Social Responsibility) e dell’Innovazione sociale da gennaio a giugno 2020 ha attraversato l’Italia da nord a sud. Con oltre 5000 partecipanti e circa 200 relatori, gli incontri, organizzati in diretta streaming, hanno raccontato I volti della sostenibilità dei vari territori, mettendo in evidenza di volta in volta le buone prassi di istituzioni, enti, organizzazioni, aziende e privati, la capacità di fare rete tra soggetti diversi, le esperienze di collaborazione tra profit e non profit e le iniziative realizzate durante la crisi sanitaria.
E l’ottava edizione nazionale del Salone, sempre in streaming il 29 e 30 settembre 2020, sarà l’occasione per fare il punto su quanto raccolto nel giro del Paese oltre che per affrontare ” le strategie da adottare per un vero “cambio di passo” nel modo di vivere, produrre, consumare”.
Fonte: Eduardo Lubrano – impakter.it