24 Giu 24/6 Colf e badanti: 1,4 miliardi ai paesi d’origine nel 2018
Le rimesse dei lavoratori domestici dall’Italia ai loro Paesi d’origine valgono ben 1,4 miliardi . Il totale di tutti i settori è arrivato nel 2018 a 6,2 miliardi (in crescita del 20% nel 2018, rispetto all’anno precedente). Lo rivela uno studio commissionato da Domina Associazione nazionale di famiglie datori di lavoro domestico, e da Fondazione Moressa che hanno organizzato per domani un convegno di presentazione a Roma .
I dati confermano l’importanza e il peso economico di questo settore e va sottolineato che i numeri si riferiscono solo ai lavoratori con regolare contratto ( circa il 40% del totale secondo le stime) e ai trasferimenti con canali tracciabili . Non rientrano ad esempio le somme in contanti trasferite personalmente nei viaggi di ritorno a casa dei lavoratori stessi.
Per i paesi d’origine si tratta di risorse finanziarie molto rilevanti per la Moldavia ad esempio le rimesse dei lavoratori all’estero rappresentano il 21% del Pil. Per la Romania, il 18,8% delle rimesse totali arriva dall’Italia. La banca Mondiale da come volume globale delle rimesse verso i Paesi d’origine degli emigrati oltre 500 miliardi di euro, di cui i 6,2 miliardi che partono dall’Italia sono solo l’1,2%.
Per la prima volta nel 2018 il dato è in aumento , rispetto a un calo costante iniziato nel 2013. La stima per i 632mila lavoratori domestici regolari è di circa 2.200 euro inviati in media ogni anno . Il volume maggiore si concentra sulle Filippine, verso cui confluiscono 255 milioni, mentre in l’Ucraina dall’Italia arrivano 173 milioni per oltre la metà al lavoro domestico.
Il dossier analizza anche importanti aspetti sociali del fenomeno del lavoro domestico straniero ad esempio la sindrome da burn out ( piu grave per i lavoratori non in regola ) e il fenomeno dei figli a distanza, i cosiddetti “orfani bianchi”, spesso a rischio di problematiche serie di emarginazione sociale per la mancanza di una famiglia stabile di riferimento. Le associazioni di lavoratori stranieri in Italia chiedono una maggiore attenzione da parte di Governi sia dei paesi di origine