25 Mag 25/5 Suinicoltura, proposto sistema di etichette basato sul metodo di allevamento
Questa mattina CIWF Italia e Legambiente hanno presentato in conferenza stampa una proposta per l’etichettatura secondo il metodo di allevamento per il settore suinicolo e, insieme con l’On. Rossella Muroni (Gruppo LeU) hanno illustrato i contenuti della proposta di legge per un sistema volontario di etichettatura in zootecnia.
Arnaldo Santi, di Fumagalli Industria Alimentari, ha raccontato la propria esperienza di allevatore e produttore virtuoso in Italia. “Informazioni univoche, chiare e trasparenti sul potenziale di benessere animale dei prodotti sono indispensabili per tutelare il diritto di scegliere dei consumatori e per valorizzare gli allevatori virtuosi del Made in Italy.
Sono oltre 5.000 gli allevatori di suini all’aperto, e oltre 8.000 gli allevatori che stanno investendo, in questi mesi, per un miglioramento del benessere dei suini nelle proprie stalle[i] nel nostro Paese”, hanno dichiarato le associazioni.
La proposta, prevede l’istituzione di un sistema nazionale univoco e volontario di etichettatura che, con una chiara grafica, tuteli i cittadini veicolando informazioni trasparenti. Il sistema prevede più livelli per ogni specie che siano distinguibili attraverso l’indicazione del metodo di allevamento e l’eventuale uso delle gabbie.
Secondo quanto scrive il CIWF Italia, gli allevamenti intensivi rappresentano l’ambiente perfetto per la diffusione di batteri e virus che possono minacciare anche la salute umana.
Quando sono allevati intensivamente gli animali vivono in condizioni di stress e sovraffollamento, spesso tra le loro stesse feci. Questo causa un indebolimento del loro sistema immunitario, rendendo spesso necessario l’abuso di antibiotici al fine di mantenerli in vita a tutti i costi.
Una conferma importante viene dai CDC USA: tre su quattro delle malattie infettive emergenti che colpiscono l’essere umano sono trasmesse dagli animali.
L’etichettatura secondo il metodo di allevamento non è solo un mezzo fondamentale per permettere ai cittadini di fare scelte più consapevoli e rispettose del benessere animale, è anche uno strumento a disposizione del Governo per indirizzare i fondi verso allevamenti che hanno migliori caratteristiche di sostenibilità, producono prodotti con migliori qualità nutrizionali[ii], hanno bisogno di un minore uso di antibiotici, e possono quindi diventare la cifra del nostro Made in Italy all’estero.
La transizione verso un sistema alimentare sostenibile è sempre più necessaria nel momento in cui il cibo viene sempre più percepito come bene comune e non abbiamo solo bisogno di “sfamare” i cittadini, ma di nutrirli con cibo sano, prodotto con ridotti impatti – e relativi costi economici per la società – sull’ambiente e la salute umana, tutelando così non solo gli animali, ma anche gli allevatori.