27 Mag 27/5 Agricoltura e big data, c’è anche un pò di Italia nel futuro
Si chiama DataBio ed è un innovativo progetto di utilizzo dei big data al servizio dell’agricoltura, finanziato da Horizon2020, che vede coinvolti anche 8 attori italiani su 48 partner partecipanti. Nasce per raccogliere e trattare in modo semplificato e organizzato migliaia di dati che possono rivelarsi strategici per migliorare la produzione di materie prime organiche – dal cibo all’energia ai biomateriali sostenibili, combinandoli con dati provenienti dalle condizioni atmosferiche e dall’efficienza di macchinari agricoli. In pratica, integrando infrastrutture e tecnologie nell’agricoltura, la silvicoltura, la pesca e l’acquacoltura, si possono acquisire, catalogare, sperimentare e utilizzare all’interno di un’unica piattaforma i diversi campioni raccolti, alla ricerca di soluzioni innovative ed ecosostenibili.
Quanto bene possono fare i big data all’agricoltura?
Una raccolta dati sistematizzata in questo modo permette di rintracciare nel tempo ogni singolo elemento dell’evoluzione di una pianta o di un animale, seguita a partire dalla nascita fino allo stadio finale della sua crescita. Grazie ai riscontri sull’alimentazione di animali, le condizioni atmosferiche, eventuali patologie incorse e i modelli produttivi innovativi, è possibile anche intervenire tempestivamente durante il processo produttivo. Il progetto è coordinato dall’azienda belga Intrasoft international ed è costituito da 48 membri provenienti da 17 paesi diversi, otto di questi italiani. A un’iniziale analisi delle loro specificità produttive, segue l’integrazione dei membri attraverso feedback e input di varia natura, workshop, interviste e questionari, permettendo così ai singoli membri di entrare da subito in contatto con le tecnologie sviluppate. Data Bio può contare su finanziamento di oltre 16 milioni di euro, dodici dei quali provenienti dall’Ue, in 36 mesi. (VV)
Fonte: strategieamministrative.it