29 Set 29/9 Qualità dell’abitare: a ottobre arriva il bando per le città italiane
Dovrebbe essere pubblicato nella prima decade di ottobre il bando da 853 milioni di euro per riqualificare le città italiane. A dirlo l’ANCI, che pubblica anche lo schema di decreto firmato di recente dai ministri De Micheli, Gualtieri e Franceschini.
> Legge bilancio 2020: Programma per la qualita’ dell’abitare
Si scaldano i motori per l’avvio di una nuova stagione di interventi di riqualificazione delle citta italiane. Dopo l’ok di agosto da parte della Conferenza unificata, infatti, il 16 settembre è stato firmato il decreto MIT-MEF-MIBACT che dà l’avvio alla corsa di Comuni e Regioni per accaparrarsi le risorse del Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, con cui migliorare la vita delle nostre città, a cominciare dalle periferie.
Il bando dovrebbe essere pubblicato “indicativamente la prima decade di ottobre”. L’indicazione arriva dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (ANCI) che con un’informativa fa il punto sul Programma e sul proprio portale pubblica anche lo schema di decreto.
Che cos’è il Programma innovativo per la qualità dell’abitare?
Con una dotazione di 853 milioni di euro, il Programma mira a riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, in un’ottica di consumo “zero” del suolo.
Il Programma è stato previsto nella Legge di bilancio 2020 che, con gli oltre 850 milioni, mira anche a rigenerare il tessuto socio-economico, così come a incrementare l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici, al fine di contribuire al miglioramento della coesione sociale e della qualità della vita dei cittadini.
A chi vanno i fondi?
Gli 853 milioni di euro saranno attribuiti, tramite un bando, alle Regioni e ai Comuni con più di 60mila abitanti. Saranno quindi loro i soggetti attuatori degli interventi che verranno selezionati.
Ogni Regione ed ogni Comune potrà presentare al massimo tre proposte progettuali. Quelle che saranno selezionate, potranno ricevere un massimo di 15 milioni di euro ciascuna.
Verrà assicurato il finanziamento di almeno una proposta per ciascuna Regione di appartenenza del soggetto proponente e il 34% delle risorse complessive sarà prioritariamente destinato a interventi collocati nelle regioni del Mezzogiorno.
I contenuti delle proposte di Comuni e Regioni
In attesa di avere in mano il decreto, si sa già che le proposte di Comuni e Regioni saranno valutate in base a cinque linee di azione:
- La riqualificazione e la riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, anche con un suo incremento;
- La rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati, anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico;
- Il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbano-locali;
- La rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa, incrementando la qualità ambientale e migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici anche attraverso l’uso di operazioni di densificazione;
- L’individuazione e l’utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all’autocostruzione.
La presentazione dei progetti
L’invio delle proposte avverrà in due fasi:
- Fase 1: in un primo momento i Comuni e le regioni dovranno trasmettere una proposta complessiva preliminare, indicante la strategia nel suo complesso e l’insieme di interventi che saranno attuati per raggiungere le finalità prescritte. Le proposte preliminari saranno esaminate dall’Alta Commissione, l’organo previsto dalla legge di bilancio per la selezione dei progetti da finanziare
- Fase 2: nelle seconda fase, invece, i Comuni e le Regioni ammessi dovranno inviare la proposta complessiva finale.
Le tempistiche
Una volta che il decreto sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale, le proposte preliminari dovranno essere inviate entro 120 giorni di tempo. L’obiettivo, infatti, è quello di avere un parco progetti entro la fine dell’anno, in modo da marciare celermente verso l’apertura dei cantieri.
Per quanto riguarda invece la documentazione della Fase 2, nel decreto si legge che essa “dovrà pervenire entro 240 giorni dalla pubblicazione del decreto di approvazione dell’elenco di ammissione” delle proposte presentate in Fase 1. Dopo essere state ammesse sulla base di elementi preliminari (come la relazione tecnico-illustrativa, la planimetria, il quadro economico e il cronoprogramma finanziario) l’ente proponente deve inviare adesso il successivo livello di progettazione definitivo/ esecutivo. A questo punto la Commissione ha 90 giorni di tempo per verificare ed esprimere il nulla osta. E infine, in altri 60 giorni (dalla ricezione del nulla osta) il MIT pubblicherà il decreto con le proposte ammesse definitivamente.
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Progetti pilota ad alto rendimento: cosa sono e quanto valgono
Il decreto prevede anche una categoria a sé stante di proposte: i progetti pilota ad alto rendimento.
Si tratta di progetti ad alto impatto strategico sul territorio nazionale, per i quali il soggetto proponente dovrà presentare una Proposta complessiva finale (in linea con la Fase 2 prevista per i progetti “normali”) entro 150 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta ufficiale.
“Le proposte possono essere cofinanziate fino a 100 milioni di euro ciascuna, per le annualità dal 2021 al 2027, nei limiti degli stanziamenti”, si legge nel decreto, eventualmente anche grazie alle risorse del Recovery fund. Trattandosi infatti di progetti orientati all’attuazione del Green Deal e della Digital Agenda, il governo punta a dirottare su questi progetti anche parte dei fondi che arriveranno da Bruxelles per affrontare la crisi causata dal Covid.