05 Mag 5/4 Coronavirus. Quanti chili ci è costato questo lockdown? almeno due
Stemperiamo un poco il dolore per i morti, il gran lavoro di medici e infermieri e la fatica di rispettare il lockdown andando ad affrontare uno dei temi che la timida riapertura ci consente. Con l’inizio della Fase 2, via libera infatti a passeggiate e allenamenti singoli, con l’immediato scorrazzare per le vie di runner e ciclisti. Abbiamo visto in un sol giorno anche persone improbabili in tuta da ginnastica cui non avevamo mai fatto caso, cagnolini che non fanno più la pipì otto volte al giorno e altre amenità.
La bilancia ci ha presentato il conto e secondo una stima di Coldiretti ognuno di noi ha mediamente guadagnato un paio di chili in eccesso. ISMEA (Istituto servizi per il mercato alimentare, ndr) ha certificato un aumento del 18% nell’acquisto di cibi finiti sulle nostre tavole. Coldiretti traccia il bollettino di guerra:
“+150% farine e semole, +14% pane, crackers e grissini, +7% pasta e gnocchi, +38% impasti base e pizze, +13% dolci, +24% primi piatti pronti oltre al +37% di olio semi usato per fritture di ogni tipo, dolci e salate nel periodo compreso tra il 16 marzo ed il 12 aprile, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.”
Con molta benevolenza, si stima che gli italiani che hanno bisogno di una dieta più equilibrata e un pò di sport individuale per scrollarsi di dosso questi due maledetti chili in più sia il 47% della popolazione. Si, l’allungarsi delle giornate e la bella stagione in arrivano porteranno molta varietà di frutta e verdura da preferire agli intingoli della nonna.
Ma anche il sentirsi meno imprigionati in casa dovrebbe aiutare l’umore, e con un pò di costanza potrebbero aiutarci nel giro di una quindicina di giorni lo specchio e la bilancia a sentirci un poco più rilassati e dimagriti. Senza mai dimenticare le ferree regole del distanziamento sociale.