07 Mag 7/5 Regolarizzazione braccianti e colf: no allo sfruttamento
La piaga del lavoro nero potrebbe essere davvero colpita alla radice se verrà approvata una sanatoria verso immigrati senza contratto né permesso di soggiorno impiegati in Italia.
La ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, ha pressato in proposito il Governo: “Non è più possibile tergiversare.”
Luciana Lamorgese, collega ministra dell’interno, è d’accordo sulla necessità di un intervento, anche se non nelle dimensioni numeriche auspicate da Bellanova, che ha parlato di “600mila ‘invisibili’ di cui lo Stato deve farsi carico.”
Con l’approvazione del Decreto Maggio, probabilmente già nella giornata di oggi dopo riunioni che hanno visto la partecipazione di Nunzia Catalfo (Lavoro) e Giuseppe Provenzano (Mezzogiorno), dovrebbe arrivare anche la regolarizzazione dei migranti impiegati in agricoltura.
Stiamo trattando di un esercito di immigrati irregolari oggetto di sfruttamento da parte di caporalati e mafie non solo in agricoltura ma anche in edilizia e nelle famiglie.
Un atto di umanità e responsabilità civile a cui l’Italia non può sottrarsi.
Il provvedimento prevede il rilascio di un permesso di soggiorno stagionale rinnovabile a fronte di un contratto di lavoro.
“La priorità sono i braccianti agricoli (circa 200mila) di cui – scriveva ieri Il Sole 24 Ore – c’è estremo bisogno per assicurare la raccolta nei campi e, nello stesso tempo, mettere fine a situazioni pericolose come i ‘ghetti’ di Puglia e Calabria, popolati di ‘fantasmi’ dalle condizioni sanitarie difficilmente controllabili in piena emergenza coronavirus.”
Ma la titolare dell’Interno Lamorgese è pronta ad allargare la regolarizzazione anche a colf e badanti in nero (circa altre 200mila persone) se ci sarà l’accordo politico.
A questo punto resterebbero fuori soltanto i lavoratori impiegati nell’edilizia e nel turismo, una terza quota di 200.000 persone.