13 Dic Futuro incerto per i biocarburanti UE: non sono competitivi nonostante i finanziamenti
L’Unione Europea ha allocato 430 milioni di euro, principalmente per attività di ricerca, ma la diffusione dei biocarburanti avanzati sta procedendo in modo più lento rispetto alle previsioni. La mancanza di una prospettiva a lungo termine nella politica dell’UE sui biocarburanti ha contribuito alla loro non competitività attuale, alla mancanza di rispetto ambientale e alle limitazioni nella produzione dovute a problemi legati alla disponibilità di biomassa. La Corte dei Conti europea ha sottolineato che la strada per lo sviluppo dei biocarburanti è poco chiara e presenta molte difficoltà, con conseguenze sulla sicurezza degli investimenti. I problemi di sostenibilità, la competizione per la biomassa e i costi elevati sono ulteriori ostacoli che ostacolano la diffusione dei biocarburanti. In generale, questi sono considerati come un’alternativa ai combustibili fossili, mirando a ridurre le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti e a garantire una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento dell’UE. Nonostante l’assegnazione di circa 430 milioni di euro di finanziamenti dell’UE per la ricerca e la promozione dei biocarburanti nel periodo 2014-2020, la transizione dalla fase iniziale di ricerca in laboratorio alla produzione su larga scala richiede almeno dieci anni. I frequenti cambiamenti nelle politiche, nella normativa e nelle priorità dell’UE riguardo ai biocarburanti hanno reso il settore meno attraente e hanno influenzato negativamente le decisioni degli investitori.
L’assenza di una chiara strategia di sviluppo è un problema evidenziato in particolare dagli ispettori della Corte, che hanno utilizzato l’aviazione come esempio emblematico. Poiché l’elettrificazione risulta problematica in questo settore, i biocarburanti avanzati emergono come una potenziale soluzione per la decarbonizzazione. La recente normativa ReFuelEU Aviation, approvata nel 2023, ha stabilito che entro il 2030 il 6% dei carburanti utilizzati per l’aviazione (SAF), compresi i biocarburanti, dovrebbe essere sostenibile, pari a circa 2,76 milioni di tonnellate di petrolio equivalente. Attualmente, la capacità di produzione potenziale dell’UE copre appena un decimo di tale quantità. Inoltre, manca ancora una chiara roadmap a livello dell’UE per accelerare la produzione, a differenza degli Stati Uniti. L’incertezza sul futuro dei biocarburanti è altrettanto rilevante nel settore del trasporto su strada. La scommessa ambiziosa sulle auto elettriche e l’obiettivo di cessare la vendita di nuovi veicoli a benzina e diesel entro il 2035 potrebbero compromettere la prospettiva su larga scala dei biocarburanti nel settore del trasporto su strada dell’UE.
La Corte ha identificato tre problemi critici che i biocarburanti stanno affrontando sul campo: sostenibilità, disponibilità di biomassa e costi.
I vantaggi ambientali derivanti dai biocarburanti spesso vengono sopravvalutati. Ad esempio, i biocarburanti provenienti da materie prime che richiedono terreni coltivabili, potenzialmente associati a deforestazione, potrebbero avere impatti negativi su biodiversità, suolo e risorse idriche. Questa situazione solleva inevitabilmente questioni etiche riguardo alla priorità tra produzione alimentare e produzione di carburanti, come sottolineato dalla Corte dei Conti dell’UE.
Inoltre, la disponibilità limitata di biomassa ostacola la diffusione dei biocarburanti. Sebbene la Commissione europea avesse sperato in un aumento dell’indipendenza energetica grazie a tali carburanti, la dipendenza da paesi al di fuori dell’UE è aumentata notevolmente, specialmente attraverso l’importazione di olio da cucina esausto dalla Cina, Regno Unito, Malaysia e Indonesia. Il settore dei biocarburanti si trova a competere per le risorse con altri settori, soprattutto quello alimentare, ma anche quelli dei prodotti cosmetici, farmaceutici e delle bioplastiche.
Infine, i biocarburanti risultano più costosi dei combustibili fossili e, di conseguenza, non sono ancora economicamente sostenibili. Attualmente, le quote di emissione sono meno onerose della riduzione delle emissioni di CO2 ottenuta mediante l’utilizzo di biocarburanti, e questo non sempre si allinea con le politiche di bilancio degli Stati membri dell’UE.
Questo implica che la diffusione dei biocarburanti avanzati procede a un ritmo più lento rispetto alle previsioni. Secondo le direttive, tutti gli Stati membri dell’UE hanno imposto obblighi ai fornitori di carburanti, mirando a garantire che la quota di energie rinnovabili fosse almeno del 10% entro il 2020 nei settori del trasporto su strada e ferroviario, e del 14% in tutti i settori dei trasporti entro il 2030. Tuttavia, molti paesi dell’UE, tra cui Grecia, Polonia, Romania, Francia e Spagna, non sono riusciti a raggiungere i propri obiettivi.