25 Set Inverno demografico: quanto sono a rischio le pensioni degli italiani
Il presidente dell’Inps Gabriele Fava è stato sollecitato a una risposta sull’inverno demografico nella nostra Italia e le conseguenze della messa a rischio del sistema pensionistico oltre le più cupe previsioni. Italia sempre più anziana e con sempre più culle che rimangono vuote…
La risposta vorrebbe essere tranquillizzante: “Il sistema è in equilibrio, è sostenibile, quindi guardiamo al futuro con maggior intenzione di fare meglio”. Così il XXII Rapporto dell’Inps: “L’aumento dell’età della popolazione e il calo delle nascite, non compensati dall’immigrazione, sta determinando un peggioramento tra pensionati e contribuenti“.
C’è meno gente che lavora. Potrebbe diventare più difficile pagare gli assegni di chi è già andato in pensione con l’aspettativa media di vita attuale. Siamo quelli che spendiamo di più in Europa (in proporzione al Pil) dopo la Grecia, considerando anche che l’Inps eroga un’ampia serie di aiuti per garantire il welfare.
A che età si lascia il lavoro?
L’età di pensionamento è fissata per legge a 67 anni (tra le più alte nell’Unione) ma la media ci spiega che si lascia il lavoro a 64,2 per effetto dei vari sistemi di anticipo, che riguardano chi ha iniziato la carriera quando era molto giovane e dei meccanismi delle varie Quote, nonostante siano state rese più stringenti a partire dal 2022. Gli assegni pensionistici però nonostante la rivalutazione, non pareggiano il dato dell’inflazione, e cos’ si va ad erodere il potere di acquisto, quella triste realtà con cui i cittadini devono fare i conti ogni volta che vanno a fare la spesa e possono comprare sempre meno con gli stessi soldi. Le dinamiche attuali dell’occupazione ci restituiscono dati contrastanti, che ogni parte in causa, politica come sindacale, legge secondo i suoi interessi. La vera domanda è: i versamenti arrivati a qualsiasi titolo nelle casse dell’Inps aiutano a diminuire il gap con le uscite per pagare le pensioni?