11 Dic In arrivo la proroga al 2026 per il regime di esclusione IVA di sport e terzo settore
Proroga del nuovo regime Iva sia per sport sia per terzo settore: si attende ormai solo la stesura del testo definitivo del decreto. L’articolo pubblicato in data 11 dicembre sul quotidiano Italia Oggi sembra però dissipare in anticipo eventuali dubbi sulla portata del provvedimento inserito nel decreto Milleproroghe e che risolve anche le critiche della Commissione Europea. Se ne riparlerà entro la fine del prossimo anno.
La proroga del passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione Iva riguarderà sia lo sport che il terzo settore. La “presenza” anche del non profit, che a guardare il comunicato stampa di palazzo Chigi sembrava in dubbio, secondo quanto risulta a ItaliaOggi viene invece garantita dal governo, con alcuni esponenti dello stesso che ieri hanno avuto modo di dialogare con la commissione competition dell’Unione europea per discutere della situazione. La commissione ha accettato, mostrando però alcune remore per la logica delle continue proroghe tipica della normativa italiana, che nella questione Iva sport/terzo settore trova uno degli esempi massimi. Un anno di rinvio, quindi, durante il quale dovrebbe essere definito un nuovo sistema, con la possibilità di vedere ancora nel regime di esclusione le realtà più piccole, come annunciato dal viceministro dell’economia Maurizio Leo. Questo il destino delle regole Iva le associazioni (sport, terzo settore, ma anche politiche, culturali e di assistenza) stabilito dal decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei ministri il 9 dicembre. Il provvedimento è stato presentato in anticipo rispetto agli anni passati e si presenta più snello e con meno articoli delle precedenti versioni. Un testo che, quindi, proroga per la quarta volta l’avvento del nuovo regime Iva, introdotto dal dl 146/2021 (sarebbe dovuto partire il 1° gennaio 2022, poi il 1° gennaio 2024, poi il 1° luglio di quest’anno e, infine, il 1° gennaio 2025). La nuova data, perciò, è quella del 1° gennaio 2026, anche se con giallo; il comunicato stampa post Cdm di palazzo Chigi, infatti, parla di 10 gennaio (nella bozza del decreto è invece scritto “1° gennaio 2026”, quindi è possibile che sia un refuso). Anche la possibile assenza del terzo settore, come accennato, deriva da quanto scritto nel comunicato stampa.
Nel cs, infatti, si legge che “si proroga al 10 gennaio 2026 il termine a decorrere del quale trova applicazione il nuovo regime di esenzione Iva per le operazioni realizzate dagli enti associativi di cui all’articolo 5, comma 15 quater del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146”. Il comma 15 quater fa riferimento a: le prestazioni di servizi e le cessioni di beni connesse, effettuate da associazioni politiche, sindacali e di categoria, religiose, assistenziali, culturali, di promozione sociale (Aps) e di formazione extra scolastica alla persona; le prestazioni di servizi strettamente connesse con la pratica dello sport o dell’educazione fisica rese da associazioni sportive dilettantistiche alle persone o alle altre associazioni, ai soci, agli associati e ai tesserati delle rispettive organizzazioni nazionali; le cessazioni in occasione di manifestazioni propagandistiche degli enti già citati e la somministrazione di bevande e alimenti nei confronti degli indigenti da parte delle Aps. Il comunicato, però, non cita il comma 15 quinquies del dl 146/2021, in cui si parla di Organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale con ricavi non superiori a 65 mila euro. Anche se questo riferimento non dovrebbe riguardare la discussione sul regime di esclusione, facendo riferimento a casi particolari. Il comma 15 quinquies, infatti, cita il regime speciale di cui all’articolo 1, commi 58-63, della legge 190/2014 e ne subordina la cancellazione all’attesa della “piena operatività delle disposizioni del titolo X del codice del terzo settore (dlgs 117/2017)”. La piena operatività si raggiungerà solo quando la commissione europea darà il suo parere sul regime fiscale previsto dalla riforma del terzo settore, un giudizio atteso da sette anni che dovrebbe essere imminente (si attendeva già questa estate, il 2025 dovrebbe essere l’anno buono). Dal parere europeo dipende, tra le altre cose, il destino delle oltre 20 mila Onlus esistenti in Italia, che dovranno decidere se trasmigrare o meno nel Registro unico nazionale del terzo settore (Runts). Come risulta a ItaliaOggi, quindi, la proroga vale in assoluto e, perciò, il regime di esclusione rimarrà tale per tutte le realtà del terzo settore e dello sport (ovviamente, quelle che sarebbero state obbligate al passaggio al regime di esenzione). Si attende ora il testo definitivo del decreto per avere il quadro complessivo della situazione.
fonte: ItaliaOggi.