Accordo Mercosur-UE: grandi perplessità del mondo agricolo che si mobilita

Accordo Mercosur-UE: grandi perplessità del mondo agricolo che si mobilita

Lo scorso 6 dicembre è stato sottoscritto “in gran fretta” un accordo di libero scambio UE-Mercosur dalla presidente europea Von der Leyen a Montevideo. Una decisione che non è stata presa per nulla bene dal mondo agricolo europeo, che si è mobilitato per una lunga serie di motivi. E l’Italia è in prima fila nell’opposizione, insieme a Spagna e Polonia. Viene il dubbio che questa nuova Commissione non abbia a cuore il tema dell’agricoltura europea, e non lo consideri un settore strategico.

Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto derivante da una maggiore apertura alle importazioni di prodotti agroalimentari dal Mercosur, in particolare carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Una intesa obliqua, che avvantaggia potenzialmente alcuni settori ma altamente penalizzante per le produzioni europee e italiane in termini di concorrenza e sicurezza alimentare. Occorre valutare con attenzione i termini dell’accordo per capire se sarà stato inserito il tema della reciprocità, che deve essere la base di un’intesa capace di garantire stessi standard di sicurezza alimentare, di tecniche di produzione, di regole del lavoro e di competitività. Non paga, la presidente della Commissione von der Leyen ha annunciato un fondo europeo di 1,8 miliardi per facilitare la transizione verde e digitale dei paesi del Mercosur.

Di fatto questi accordi aprono il mercato europeo all’arrivo di prodotti alimentari ottenuti utilizzando a monte farmaci per la crescita degli animali, con colture prodotte utilizzando pesticidi spesso vietati in Europa perché pericolosi che entreranno da una porta di ingresso incontrollabile quale si è rivelato il porto olandese di Rotterdam, che diventeranno ben presto leader di mercato perché offerti a prezzi altamente concorrenziali, provenienti da paesi che non hanno il nostro stesso standard né in tema di sicurezza del lavoro, né di controlli sanitari adeguati. Ci si avvierebbe così alla rottamazione dell’agricoltura europea, con la complicità di un miliardo di euro che verrebbero stanziati a compensazione di “eventuali settori” che dimostrassero di essere stati colpiti negativamente dall’accordo e di fatto già defunti.