04 Giu 4/6 Pensioni: a chi è rivolta la nuova proposta per ritirarsi dal lavoro con 7 anni di anticipo
C’è una nuova proposta in materia previdenziale che potrebbe rappresentare una grande novità: un maxiscivolo di sette anni per la quiescenza grazie a un fondo pubblico.
C’è in discussione la possibilità di introdurre questo meccanismo grazie a un emendamento al Decreto Crescita presentato dai relatori Raphael Raduzzi (M5s) e Giulio Centemero (Lega) in commissione Bilancio e Finanze di Montecitorio. Andrebbe in sperimentazione per il biennio 2019-2020 con il costo di 30/40 milioni di euro all’anno.
Nella fase sarebbe però riservato alle grandi aziende che vorranno investire sulla trasformazione tecnologica. Segnatamente quelle con più di mille dipendenti, che potranno pagare l’anticipo della pensione del lavoratore. In sostanza l’iniziativa, che come detto è indirizzata alle aziende che abbiano voglia e possibilità di procedere a uno sviluppo tecnologico e perciò inserite “nell’ambito dei processi di reindustrializzazione e riorganizzazione”, permetterebbe loro di riformulare i contratti di solidarietà espansiva. In effetti, “il datore di lavoro” andrebbe a riconoscere “per tutto il periodo e fino al raggiungimento del diritto” un’indennità “liquidabile in unica soluzione commisurata al trattamento pensionistico lordo maturato dal lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro così come determinato dall’Inps“.
Lo scopo è dare stimolo alle assunzioni, le quali dovranno essere concordate prima di far partire i pensionamenti anticipati. Il contratto di espansione offrirebbe quindi la possibilità ai lavoratori di vedersi riconoscere dal datore di lavoro un’indennità mensile che, però, dovrà essere commisurata al trattamento pensionistico maturato fino al momento dell’interruzione del rapporto.
Tale interruzione dovrà, quindi, essere conseguente ad un licenziamento o potrà essere prevista una riduzione oraria in vista di nuove assunzioni a tempo indeterminato o con contratto di apprendistato professionalizzante. “Qualora il primo diritto a pensione sia quello previsto per la pensione anticipata, il datore di lavoro versa anche i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto con esclusione del periodo già coperto dalla contribuzione figurativa a seguito della risoluzione del rapporto di lavoro”, è quanto si legge ancora nel testo dell’emendamento.