05 Ott 4/10 Prosciutto crudo e mozzarella di bufala, esclusi eccellenti dai dazi USA
L’annosa vicenda degli “aiuti di stato” nella lotta commerciale tra Boenig e Airbus alla fine ha partorito i suoi danni all’agricoltura e ai prodotti agroalimentari italiani.
Donald Trump infatti ha reso operativa, dal prossimo 18 ottobre, l’introduzione di dazi doganali, per cui ad esempio il prezzo di vendita del Parmigiano Reggiano negli USA passerà da 40 a 45 dollari al chilo, in quanto autorizzato dalla decisione del Wto a imporre dazi su 7,5 miliardi di prodotti europei.
Sul Made in Italy scatterà una tariffa del 25% e – secondo quanto emerge dalla lista pubblicata sul sito dell’Ufficio dal Rappresentante al Commercio Usa, Robert Lighthinger – i prodotti italiani colpiti sono il pecorino romano, il Parmigiano Reggiano o il provolone. Si salverebbero invece l’olio d’oliva e il prosecco, il prosciutto crudo e la mozzarella di bufala, in attesa dell’elenco definitivo.
Ma se Atene piange, Sparta non ride. La Francia viene colpita nel suo core business alimentare, il vino. La differenza di tariffe dovrebbe aiutare le vendite del vino italiano, secondo una stima.
E proprio dalla Francia arriva una proposta provocatoria, come risposta alle tariffe di Trump: “Perchè non tassiamo la Coca-Cola?” A chiederselo è il presidente di un’associazione per la difesa dei formaggi delle regioni francesi, la Fromage de Terroirs, Vèronique Richez-Lerouge, che segnala come le prime vittime di eventuali nuovi dazi sui prodotti europei saranno proprio le piccole e medie imprese.
Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, intervistato da Sky, ha affermato che saranno colpiti alcuni dei prodotti che esportiamo di più in Usa: solo lo scorso anno abbiamo venduto 220 milioni di euro di formaggi duri e 75 milioni di euro di liquori. Con dazi al 25%, la contrazione dell’export sul mercato Usa sarebbe al 15%. l’Italia ha venduto nel 2018 prodotti alimentari negli States per oltre due miliardi di dollari. Sempre Vacondio ha affermato che, essendo i prodotti agroalimentari italiani di fascia Premium, già nel breve periodo l’effetto dazi dovrebbe venire sterilizzato.