26 Lug 27/7 Lavoro agile: lavorare da casa e’ privilegio dei piu’ qualificati
Una delle cose più sorprendenti della pandemia di COVID-19 è stato il modo in cui milioni di persone si sono adattate con successo a lavorare a casa, letteralmente da un giorno all’altro. Poiché le conseguenze economiche di qualsiasi lockdown dipendono anche dalal facilità con cui i lavoratori possono svolgere i propri compiti lontano dal luogo di lavoro, è importante che i decisori politici abbiano un quadro chiaro di come fenomeno tocca i diversi impieghi.
“Era molto importante capire quali lavori potevano essere svolti a casa, in tutte le professioni e le industrie, e quando abbiamo iniziato a lavorare al paper due mesi fa non c’erano informazioni su COVID-19 in diversi settori economici”, dice Thomas Le Barbanchon, associate professor al Dipartimento di Economia della Bocconi. In uno studio con Lena Hensvik dell’Università di Uppsala, e Roland Rathelot dell’Università di Warwick, Le Barbanchon ha utilizzato un approccio basato sui dati per valutare le professioni e le industrie in base alla loro propensione a utilizzare lavoro da casa anziché sul posto di lavoro tra il 2011 e il 2018.
La ricerca ha rilevato che, ad eccezione dell’agricoltura, i settori con il maggior numero di ore lavorate a casa sono quelle dell’informatica, delle attività finanziarie e dei servizi professionali e alle imprese. Le industrie con meno ore di lavoro da casa sono i trasporti, i servizi pubblici e l’ospitalità. I lavoratori in occupazioni altamente qualificate, come quelle manageriali, finanziarie e professionali, lavorano più ore da casa rispetto ai lavoratori in occupazioni meno qualificate, ad eccezione degli agricoltori. Inoltre, la quota di ore lavorate da casa è maggiore anche nelle posizioni più qualificate. “Questo significa che c’è un impatto maggiore sui lavoratori a basso reddito”, dice Le Barbanchon.
La ricerca ha fornito una base utile per la classificazione dei posti di lavoro “da casa” in un secondo studio dello stesso trio, “Job Search During the Covid 19 crisis”, che analizza l’attività sul più grande servizio di ricerca di lavoro online della Svezia. Questo ha mostrato un calo sorprendentemente grande nella ricerca di lavoro durante l’emergenza sanitaria, al punto che potrebbe diventare difficile per i datori di lavoro assumere, e che le persone hanno reindirizzato le loro ricerche verso le aree ad alto tasso di lavoro da casa – anche se si trattava di settori che non avevano considerato in precedenza. “Vediamo che in questo momento turbolento le persone prendono in considerazione opportunità di lavoro che di solito trascurano”, dice. “Questa è stata la scoperta più sorprendente”.
Unibocconi.it – Jennifer Clark