27 Ago Seoul alza i tassi: impennata inflazione dietro l’angolo?
Una delle conseguenze dell’immissione di così tanto denaro sul mercato sia attraverso l’ambizioso piano di rilancio dell’economia USA di Joe Biden che con il Recovery Plan della UE sarà sicuramente la risalita del tasso di inflazione che per molti anni è stato praticamente zero. Ma non dimentichiamo come esse si intersechino con altri problemi strutturali di ogni singola economia, rendendo il quadro assai complesso e facilmente attaccabile da fattori che possano apparire marginali a una prima, superficiale, considerazione.
L’avvisaglia, oltre che dalle previsioni degli economisti, è arrivata ieri 26 agosto dalla decisione della Banca centrale di Seul di alzare i tassi. La Corea è una delle prime economie avanzate a fare questa scelta e la prima in Asia.
Il Governo sta pensando di allentare le restrizioni alla vita sociale nella seconda metà di settembre, quando il 70% della popolazione avrà ricevuto almeno una dose di vaccino.
Avendo accusato la perdita di appena l’ 1% del Pil nel 2020, la Corea ha avuto gioco facile a recuperare nel primo trimestre 2021, puntando a un 4% a fine anno, grazie alla forte domanda estera di prodotti elettronici, inclusi chip per computer e smartphone, nonché della ripresa nei settori navale e automotive.
L’inflazione di conseguenza viene stimata in aumento al 2,1%. In queste condizioni, la Banca centrale è molto più preoccupata della potenziale bolla immobiliare e del debito delle famiglie.
La misura è resa possibile anche da un altro fattore, secondo il governatore Lee Ju-yeol: i coreani si sono abituati a convivere con la pandemia e questo non si riflette negativamente su produzione e consumi.
Ci potrebbero essere degli inasprimenti ulteriori, visto che la Banca centrale coreana intende monitorare gli indici di mercato e reagire tempestivamente quando la Fed americana agirà a sua volta in tal senso.
Se gli aumenti di Islanda (che il 25 agosto ha deciso il secondo rialzo da maggio), Ungheria (al terzo rialzo in tre mesi il 24 agosto) o Sri Lanka non avevano avuto ripercussioni per la ristrettezza di quei mercati più preoccupati dalla fuga di capitali, per la Corea è diverso.
Il debito delle famiglie ha raggiunto il livello record del 105% del Pil nel primo trimestre. Il mercato immobiliare si è ulteriormente surriscaldato.
Esperti come KB Kookmin Bank e Naver.com, hanno calcolato che la crescita media annua dei prezzi delle case nelle principali aree urbane del Paese (inclusa Seul) è stata del 26,7% a luglio.
Le scelte della Corea del Sud sono in grado di influenzare il mercato mondiale. Con il divario di ricchezza sempre crescente tra le classi sociali e le bolle patrimonali qusto ulteriore segnale preoccupa già gli altri Paesi.