26 Ott Risorse sempre insufficienti contro il dissesto idrogeologico
Le risorse previste nel PNRR di 2,49 miliardi di euro per i prossimi cinque anni per combattere il dissesto idrogeologico in Italia sono decisamente insufficienti per fare il lavoro in profondità che ci si attenderebbe con la continua manifestazione di eventi climatici straordinari rispetto a quanto abbiamo vissuto fino a ieri.
E’ doveroso far notare che le risorse del PNRR 2021 sono addirittura inferiori a quelle stanziate con il Piano nazionale del 2019, che “ai commi 1028 e 1029 autorizzavano la spesa complessiva di 2,6 miliardi di euro per il triennio 2019-
2021, al fine di permettere la realizzazione di investimenti finalizzati alla mitigazione del rischio idrogeologico e all’aumento del livello di resilienza di strutture e infrastrutture”.
Non troviamo le risposte adeguate nemmeno in questi giorni, in cui l’ennesima alluvione si è abbattuta negli ultimi giorni sul Paese, in particolare in Sicilia e in Calabria.
Si è perso anche il contributo dell’agricoltura, con il trasferimento nelle città e nei centri urbani più grandi. La tradizione contadina aveva insegnato molti metodi per mitigare le conseguenze del dissesto idrogeologico con opere come i “muretti a secco” della tradizione toscana che hanno perso la manutenzione per mancanza di operatori sul territorio.
Per il Consiglio nazionale dei geologi “occorre dunque necessariamente riprogrammare la spesa prevedendo adeguate risorse aggiuntive, se si vogliono ottenere risultati significativi nella gestione del rischio idro-geologico” secondo le parole di Lorenzo Benedetto, consigliere del Cng.
Paolo Airaldi, presidente dell’Ordine regionale geologi in Liguria, dove 10 anni fa si manifestò un’alluvione apocalittica che coinvolse La Spezia e la Lunigiana in Toscana e i cui effetti negativi sono ancora visibili a distanza di anni, è sconsaolatamente categorico:
“Il problema del dissesto idrogeologico rimane irrisolto e i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo negli ultimi anni e la cementificazione e impermeabilizzazione dei suoli, che proseguono tutt’oggi, costituiscono elementi di ulteriore aggravamento. Per il contrasto al dissesto idrogeologico, è il momento di mettere in campo un’efficace politica nazionale che privilegi gli interventi di prevenzione, ma anche di manutenzione e gestione delle opere e del territorio e che porti al superamento delle gestioni emergenziali”.