08 Giu UE e salario minimo: raggiunto l’accordo sulla direttiva
La Commissione europea plaude all’accordo politico raggiunto ieri, 7 giugno 2022, tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE sulla direttiva relativa a salari minimi adeguati, proposta dalla Commissione nell’ottobre 2020.
All’inizio del suo mandato la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen aveva promesso uno strumento giuridico per garantire ai lavoratori dell’UE un salario minimo equo e ha ribadito tale impegno nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione del 2020.
Oggi commenta su Twitter il presidente della Commissione europea la sua soddisfazione: “Nei nostri orientamenti politici abbiamo promesso una legge per garantire salari minimi equi nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulla nostra proposta su salari minimi adeguati, portiamo a termine il nostro compito. Le nuove regole tuteleranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro paghi.”
La direttiva istituisce un quadro per l’adeguatezza dei salari minimi legali, promuovendo la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari e migliorando l’accesso effettivo dei lavoratori alla tutela garantita dal salario minimo nell’UE.
I salari minimi adeguati sono importanti per rafforzare l’equità sociale e sostenere una ripresa economica sostenibile e inclusiva. Il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro va anche a vantaggio delle imprese, come pure della società e dell’economia in generale, stimolando la produttività e la competitività.
La direttiva, precisa ancora la nota, “mira a estendere la copertura dei lavoratori attraverso la contrattazione collettiva” tanto che “laddove il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell’80% gli Stati membri dovrebbero definire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva”.
I principali elementi della direttiva.
- Un quadro per la determinazione e l’aggiornamento dei salari minimi legali: gli Stati membri in cui sono previsti salari minimi legali dovranno istituire un quadro di governance solido per la determinazione e l’aggiornamento dei salari minimi, che comprenda:
- criteri chiari per la determinazione dei salari minimi (tra cui: il potere d’acquisto, tenendo conto del costo della vita; il livello, la distribuzione e il tasso di crescita dei salari; la produttività nazionale);
- l’utilizzo di valori di riferimento indicativi per orientare la valutazione dell’adeguatezza dei salari minimi (la direttiva fornisce indicazioni sui possibili valori che potrebbero essere utilizzati);
- l’aggiornamento periodico e puntuale dei salari minimi;
- l’istituzione di organi consultivi ai quali parteciperanno le parti sociali;
- la garanzia che le variazioni dei salari minimi legali e le trattenute su di essi rispettino i principi di non discriminazione e proporzionalità, compreso il perseguimento di un obiettivo legittimo;
- il coinvolgimento concreto delle parti sociali nella determinazione e nell’aggiornamento dei salari minimi legali.
- La promozione e l’agevolazione della contrattazione collettiva sui salari: la direttiva sostiene la contrattazione collettiva in tutti gli Stati membri, dato che i paesi caratterizzati da un’elevata copertura della contrattazione collettiva tendono ad avere una percentuale inferiore di lavoratori a basso salario, minori disuguaglianze salariali e salari più elevati. La direttiva chiede inoltre agli Stati membri in cui la copertura della contrattazione collettiva è inferiore all’80% di istituire un piano d’azione per promuovere la contrattazione collettiva.
- Un miglior monitoraggio e una migliore applicazione della tutela garantita dal salario minimo: gli Stati membri dovranno raccogliere dati sulla copertura e sull’adeguatezza dei salari minimi e garantire che i lavoratori possano accedere alla risoluzione delle controversie e usufruiscano del diritto di ricorso. Il rispetto e l’applicazione efficace sono essenziali affinché i lavoratori possano effettivamente beneficiare dell’accesso alla tutela garantita dal salario minimo, e promuovono una competitività basata su innovazione, produttività e rispetto degli standard sociali.