08 Set Affitti brevi, nuova regolamentazione in arrivo per frenare gli abusi
E’ in fase di studio una nuova proposta di legge sugli affitti brevi che prevede misure più rigide per coloro affittano per una sola giornata, quando la richiesta minima deve essere di almeno 2 giorni. Si vorrebbe cercare di modificare le strutture con finalità turistiche situate nei centri storici delle Città Metropolitane ma ovviamente gli effetti saranno uguali anche nei centri turistici di forte flusso in località con meno di 5.000 abitanti.
Gli obiettivi principali del governo sono quelli di uniformare la normativa e controllare il proliferare dei soggiorni brevi, in particolare quelli resi più diffusi dalle piattaforme digitali come Airbnb ma anche di rispondere al crescente bisogno di appartamenti in affitto per famiglie e studenti fuori sede dovuto alla convenienza dei proprietari di immobili nel praticare l’uso (e l’abuso) dell’affitto breve.
6 punti chiave sono nell’ordine del giorno come novità della proposta di legge relativa gli affitti breve:
- Durata minima: il soggiorno minimo richiesto sarà di almeno due notti consecutive;
- Codice identificativo nazionale (CIN): ogni immobile destinato a scopi turistici dovrà essere dotato di un CIN, che sarà assegnato e dovrà essere chiaramente esposto;
- Prestazioni accessorie: il contratto potrà comprendere anche la fornitura di biancheria e il servizio di pulizia degli ambienti;
- Imposta di soggiorno: tale imposta sarà estesa anche ai soggetti che operano come intermediari immobiliari e gestiscono portali online, qualora abbiano incassato pagamenti relativi a contratti di locazione per finalità turistiche;
- Regime fiscale: saranno ammessi solo due appartamenti dello stesso proprietario al regime fiscale agevolato della cedolare secca, anziché i quattro precedenti;
- Sicurezza: le strutture adibite ad affitti brevi dovranno rispettare gli obblighi in materia di sicurezza e prevenzione di incendi.
Il fulcro della nuova normativa sugli affitti brevi si concentra sugli immobili destinati alla locazione a scopo turistico a cominciare da 14 centri storici delle Città Metropolitane, tra cui Roma, Milano, Napoli, Torino, Bari, Palermo, Catania, Bologna, Firenze, Venezia, Genova, Messina, Reggio Calabria e Cagliari. Coinvolge, inoltre, circa 969 comuni con un’elevata affluenza turistica, anche se alcuni contano su una popolazione inferiore a 5.000 abitanti.
In dettaglio, riguarda la possibilità di usufruire, per un periodo limitato, di un’unità abitativa situata in una località diversa dalla residenza del locatario. Questo accordo può essere stipulato direttamente con il legittimo proprietario (host) o tramite intermediari immobiliari (property manager) o tramite piattaforme online (OTA), le quali fungono da tramite tra le persone in cerca di alloggio e coloro che mettono a disposizione le unità immobiliari in affitto.