Agricoltura e rinnovabili: evidenziare le criticità ambientali

Agricoltura e rinnovabili: evidenziare le criticità ambientali

Uno studio pubblicato su pianetapsr.it dal titolo “Rinnovabili, la crescita e il ruolo del solare termico fotovoltaico in Italia” analizza la progressione, anche durante la pandemia, del passaggio alle fonti rinnovaili e del loro impatto in garicoltura in termini di consumo del suolo e depauperamento complessivo per avifauna e biodiversità, e di pregio paesaggistico.

“La costruzione di impianti fotovoltaici sul territorio agricolo nazionale è un tema molto attuale e fonte di notevole dibattito che, tuttavia, genera preoccupazioni per il settore.

Nel merito si evidenzia innanzitutto la sottovalutazione della funzione alimentare associata al settore primario e, conseguentemente, del coinvolgimento massiccio dell’agricoltura nella produzione di risorse energetiche attraverso la destinazione del terreno agrario ad usi diversi.

Gli impianti fotovoltaici realizzati su aree agricole determinano la perdita di fertilità del suolo ed impatti sul paesaggio e sulle funzioni ecosistemiche svolte dal suolo stesso che sono essenziali per la mitigazione climatica e per il raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea da parte del settore.

Le installazioni di impianti fotovoltaici rappresentano una rilevante forma di consumo di suolo, in quanto la natura diffusa e la relativamente bassa densità superficiale dell’energia solare che alimenta i pannelli fotovoltaici determinerebbero l’occupazione da parte degli stessi impianti di aree estese di territorio.

Nella progettazione degli interventi di costruzione ed installazione degli impianti fotovoltaici occorre considerare il ciclo di vita (LCA) dei prodotti: esso infatti rappresenta un metodo strutturato e standardizzato a livello internazionale che permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute umana associati a un bene o servizio, compresi il relativo consumo di risorse e le connesse emissioni. E’ essenziale, infatti, analizzare l’impatto dell’opera a partire dall’acquisizione delle materie prime sino alla gestione ed al termine della vita utile della stessa, includendo le fasi di fabbricazione, distribuzione e impiego.

Per gli aspetti ambientali, si sottolineano gli impatti della filiera nel suo complesso, dall’estrazione dei materiali, in primis il silicio dei pannelli, fino al loro smaltimento, così come si evidenzia pure l’impatto economico sul prezzo dei terreni agricoli che disincentiverebbe l’accesso alla terra soprattutto per gli agricoltori più giovani o nelle aree più vocate (pianura e collina), disequilibrando i costi e l’opportunità di utilizzo della terra a favore di usi del suolo alternativi a quello agricolo. In particolare, si raffigura che il processo di estrazione e trasformazione dei materiali impiegati per la realizzazione degli impianti fotovoltaici è di natura energivora in quanto occorre impiegare una notevole quantità di energia, soprattutto nella fase di estrazione, fusione e trasformazione/cristallizzazione del silicio, e ciò, conseguentemente, determinerebbe la produzione di notevoli emissioni di gas ad effetto serra.

Si rileva la necessità di considerare, anche, gli impatti sulla biodiversità e sulla perdita di specie ad elevato pregio naturalistico determinati dalle collisioni tra le strutture e l’avifauna e dal declino degli organismi impollinatori a causa della ricorrente manutenzione necessaria ad evitare l’ombreggiamento da parte della vegetazione. Occorre, inoltre, valutare gli impatti derivanti dalla pulizia dei pannelli sulla matrice suolo o sulle colture sottostanti all’agri-voltaico.

Inoltre, attualmente, non sono presenti linee guida o regolamenti in grado di combinare le modalità di realizzazione di tali opere con le integrazioni paesaggistiche ed agricole. Si ritiene, infatti, imprescindibile garantire una disciplina di tutela per l’ubicazione su aree agricole di tali impianti.

CONCLUSIONI

In conclusione possiamo affermare come la chiusura temporanea di migliaia di aziende e la diminuzione degli spostamenti di persone e cose abbiano contributo ad accrescere la sensibilizzazione di cittadini ed imprese nei confronti della sostenibilità.

Infatti il mondo delle rinnovabili durante la pandemia non ha avuto un arresto, anzi, nuove aziende hanno iniziato ad alimentare la propria produzione adoperando fonti energetiche pulite, in particolare il sole, attraverso l’utilizzo dei pannelli fotovoltaici.

Grazie agli studi ed alle tecnologie che si sono sviluppate negli ultimi 12 mesi, si è accresciuta ulteriormente la potenza degli impianti che, negli anni a venire, è auspicabile possa raddoppiare o addirittura triplicare al fine di raggiungere gli obiettivi climatici sperati per il futuro.

Tutto ciò non deve però far dimenticare la necessità imprescindibile di dover pianificare e regolamentare analiticamente la costruzione e l’installazione degli impianti fotovoltaici in particolare se a terra o su aree agricole per i connessi impatti ambientali a carico del settore tali da poter ridurre o addirittura vanificare la finalità di salvaguardia e tutela dell’ambiente che tali fonti di energia pulita certamente si prefiggono”.

Maria Valentina Lasorella

Postazione Rete Rurale per l’Emilia-Romagna
Ilaria Falconi
CREA-PB