
08 Apr Allo studio un decreto per bloccare a 67 anni l’aumento dell’età pensionabile
Da tempo si discute della questione: dal 2027 l’età pensionabile subirà un incremento di 3 mesi. Ne avevamo scritto giusto una settimana fa (link) e recentemente l’Istat ha confermato il dato. Senza un intervento specifico in sede legislativa, a causa dell’aumento della speranza di vita, si avrà con la legge attualmente in vigore un adeguamento dell’età pensionabile. Rispetto all’ultimo aggiornamento del biennio 2021/2022, l’incremento sarebbe di 7 mesi, ma considerando il recupero dei 4 mesi persi durante il periodo Covid, l’aumento effettivo sarà di 3 mesi. Di conseguenza, a partire dal 2027, l’età pensionabile verrà innalzata: l’età per la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni e 3 mesi (rispetto agli attuali 67 anni), mentre la pensione anticipata richiederà 43 anni e 1 mese di contributi per gli uomini e 42 anni e 1 mese per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica (attualmente 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno in meno per le donne).
Il panico – più che tra i lavoratori attivi – è ancora di più aumentato grazie alle stime preparate dalla CGIL: sarebbero a rischio esodo 44.000 lavoratori e lavoratrici, tra isopensione e contratti di espansione, che rischiano di trovarsi di fronte a tre mesi di vuoto di assegno pensionistico, stipendio, contributi e tutele. Il meccanismo non può essere eliminato, perché non sarebbe sostenibile per i conti pubblici e per il sistema previdenziale, ma può essere bloccato temporaneamente?
Sarebbe possibile, e ci sarebbero i tempi tecnici. Il governo dovrebbe varare un decreto che certifichi il congelamento dell’adeguamento biennale alla speranza di vita tassativamente entro la fine del 2025, per poter avere effetto un anno dopo, aprescindere dal contenuto (sospensione o certificazione dell’aumento) ma che costerebbe all’erario almeno 200 milioni di euro. Secondo fonti dei ministeri dell’Economia e del Lavoro il provvedimento ad hoc potrebbe vedere la luce entrando a far parte di un nuovo decreto primo maggio, nel quale confluirebbero anche altre misure attese come il correttivo alla questione dell’acconto IRPEF calcolato con quattro aliquote, da risolvere prima dell’invio del 730, e misure per i salari volte ad incentivare il rinnovo dei contratti.
La valutazione del governo tuttavia realizzerebbe una sospensione valida esclusivamente per il solo 2027, lascindo fuori chi andrà in pensione nel 2028, che si troverebbe applicato tout court l’aumento di 3 mesi. Se ne riparlerebbe poi nel 2029, quando ci sarà il nuovo aggiornamento biennale. Il rischio è però quello di andare incontro a un brusco incremento, dato che l’adeguamento si sommerebbe a quello sospeso, con la possibilità di veder schizzare in pochi anni l’età pensionabile ben oltre i 67 anni d’età.