16 Ott Andare in pensione di vecchiaia nel 2025 potrebbe sembrare semplice, invece…
Pensione a 67 anni: i requisiti standard prevedono che si possa fare con almeno 20 anni di contributi. Tuttavia, l’età pensionabile è variabile, quindi nel 2025 non saranno solo i nati nel 1958 a poter uscire dal mondo del lavoro con questa misura.
La pensione di vecchiaia ordinaria si ottiene raggiungendo l’età pensionabile e soddisfacendo i requisiti minimi di contribuzione. In parole povere, il primo requisito sono almeno 67 anni di età. Questo significa che, nel 2025, i nati nel 1958 potranno accedere alla pensione, purché abbiano almeno 20 anni di contributi versati.
Eccezioni alla regola, non possono mancare. In casi rari, si può accedere alla pensione con soli 15 anni di contributi. Ciò è possibile se i contributi sono stati versati tutti entro il 1992, oppure se si è stati autorizzati dall’INPS ai versamenti volontari entro il 1992, anche se non si è poi versato nulla. Inoltre, 15 anni di contributi possono bastare a chi ha un’anzianità di iscrizione di almeno 25 anni, con almeno 10 anni coperti da meno di 52 settimane di contributi. Queste sono le cosiddette “tre deroghe Amato”, sempre meno accessibili.
Per chi ha versato il primo contributo dopo il 1995, non è sufficiente avere 67 anni di età e 20 anni di contributi: bisogna anche raggiungere un importo della pensione non inferiore all’assegno sociale, che nel 2025 sarà di circa 540 euro al mese. Come e quando si può superare il vincolo dell’importo minimo della prestazione? Una soluzione esiste: a 71 anni chi ha versato almeno 5 anni di contributi potrà comunque accedere alla pensione.
Nel 2025, i nati nel 1954 potranno quindi andare in pensione con 71 anni di età e almeno 5 anni di contributi. Questa regola si applica ai contributivi puri, ovvero coloro che non hanno versato alcun contributo prima del 1996. In questo caso, l’importo della pensione non è rilevante.
Lavori usuranti, una eccezione. L’ultimo aumento dell’età pensionabile, legato alle aspettative di vita, è stato registrato nel 2019, quando l’età per accedere alla pensione di vecchiaia è passata da 66 anni e 7 mesi a 67 anni. Tuttavia non si applica ai lavoratori che svolgono lavori gravosi o usuranti. Nel 2025, questi lavoratori potranno ancora andare in pensione a 66 anni e 7 mesi, a condizione che abbiano almeno 30 anni di contributi effettivi, senza contributi figurativi, riscatti o versamenti volontari. Attenzione: fino al 2027 questa soglia rimarrà inamovibile, poi si potrebbe salire di 2 o 3 mesi, in base alle stime che verranno fatte sulla vita media della popolazione.
Donne con figli post 1996. Alcune lavoratrici possono andare in pensione un anno prima dei 67 anni. Questa possibilità è stata concessa alle donne con figli che non hanno contributi versati prima del 1996. A queste lavoratrici è riconosciuto uno sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi. Questo significa che, nel 2025, le donne nate nel 1959, che hanno avuto tre o più figli, potranno andare in pensione a 66 anni. Chi ha avuto due figli potrà ritirarsi a 66 anni e 4 mesi, mentre chi ha un solo figlio potrà andare in pensione a 66 anni e 8 mesi.