27 Ott Basta pesticidi: andare avanti con i batteri si può?
(di Eduardo Lubrano). La battaglia per ridurre l’uso di pesticidi in agricoltura è ormai iniziata da tempo: quello che una volta ci sembrava la manna dal cielo cioè poter avere ogni frutto ed ogni tipo di verdura sul piatto in ogni giorno dell’anno, oggi si rivela deleterio per la salute delle colture e della nostra salute, soprattutto perchè se ne fa un utilizzo eccessivo ben oltre quello che sarebbe la funzione dei pesticidi cioè difendere le piante dai parassiti.
L’esempio più clamoroso di danno causato dall’uso eccessivo di questi prodotti chimici è la moria di api che si registra in tutto il mondo con le drammatiche conseguenze che solo adesso un pò tutti cominciamo a conoscere.
L’alternativa insospettabile
La versione spagnola del magazine online The Conversation riporta una tesi già ampiamente verificata secondo la quale un’ alternativa affidabile ai pesticidi sono i batteri, quelli che in genere associamo a condizioni di sporcizia e malattie: in realtà quelli presenti nel nostro microbiota intestinale (uno degli elementi fondamentali di tutto l’ecosistema intestinale) sono fondamentali per mantenerci in salute e quelli che vivono nel suolo possono essere di grande aiuto alle piante.
Spiega l’articolo di The Conversation Spagna :”Molti di questi batteri non si trovano nel suolo per caso. Alcuni sono riusciti a stabilire un patto con le piante, e nel corso degli anni si sono adattati a vivere con loro. I batteri si nutrono di ciò che le piante espellono attraverso le loro radici e, in cambio, fanno loro dei favori. Per esempio, alcuni batteri producono ormoni vegetali che aumentano la crescita delle radici. Aiutano anche la pianta a prendere i nutrienti dal suolo.
Elementi come l’azoto, il ferro e il fosforo sono essenziali per le piante. Spesso, c’è abbastanza di questi elementi nel suolo, ma in forme in cui le piante non possono assumerli. È come se fossimo seduti su una montagna di chicchi di caffè, ma non potessimo berne una tazza. Dobbiamo trasformarlo. Questo è ciò che fanno i batteri con diversi meccanismi fisico-chimici.
Inoltre, sono anche capaci di produrre composti contro certi insetti, funghi e altri batteri patogeni. Così, ci sono batteri che sono in grado di agire come veri e propri fertilizzanti e pesticidi viventi, e si sta studiando il loro uso come fertilizzanti naturali in una grande varietà di colture.”
Batteri e fragole
La Spagna, specie nella regione dell’Andalusia, è un grande produttore di fragole e pare che l’utilizzo dei batteri come fertilizzante per questo frutto delizioso sia particolarmente indicato:” Le fragole sono una delle colture in cui si sta studiando l’uso di fertilizzanti batterici perché sono un motore economico e sociale fondamentale in Spagna, soprattutto in Andalusia. Il problema è che la sua coltivazione intensiva richiede una grande quantità di fertilizzanti e di acqua. Di conseguenza, i rifiuti contaminano il suolo, le acque di superficie e le acque sotterranee.
Se trasferiamo questo al Parco Nazionale di Doñana e dintorni, dove ci sono grandi estensioni di coltivazioni di fragole, la situazione diventa ancora peggiore. Attualmente, in un progetto finanziato dalla Junta de Andalucía, stiamo testando l’uso di fertilizzanti batterici selezionati su colture di fragole con fertilizzanti e irrigazione ridotti del 30%.
La riduzione dell’irrigazione e dei fertilizzanti non porta solo un sollievo ambientale, ma anche una notevole riduzione dell’investimento economico dell’agricoltore. Nelle serre, è stato dimostrato che le piante irrigate con una soluzione batterica non crescono così bene come quelle trattate con la solita quantità di fertilizzante e irrigazione. Tuttavia, è curioso che riescano a produrre quasi la stessa quantità e dimensione di fragole.
Dopo queste prove in serra, si stanno effettuando test in aziende reali nella provincia di Huelva, e dovremo aspettare un po’ per vedere i risultati. Naturalmente, questi sono primi contatti che devono essere messi a punto fino ad ottenere l’effetto desiderato. Sono inoltre necessari ulteriori lavori su aspetti importanti per la sua applicazione, come la durata del suo effetto, lo stato del suolo e dell’acqua a lungo termine, ecc.
Sembra che l’uso dei batteri sia molto promettente per contribuire allo sviluppo di colture che hanno bisogno di meno fertilizzanti chimici, pesticidi e irrigazione. Tuttavia, occorre lavorare di più su alcuni aspetti relativi alla sua applicazione su larga scala e a lungo termine. E perché no, questa strategia ecologica andrebbe di pari passo con un ripensamento del consumo e della produzione nella nostra società attuale”.
Fonte: Eduardo Lubrano/impakter.it