Bonus mamme 2025: forti restrizioni rispetto alla platea beneficiaria del 2024

Bonus mamme 2025: forti restrizioni rispetto alla platea beneficiaria del 2024

Grazie alla legge di bilancio del 2024, le lavoratrici madri avevano potuto beneficiare di un esonero contributivo in busta paga, per uno sconto fino a 250 euro al mese, fino al limite quindi di 3.000 euro annui. L’agevolazione era stata prevista all’articolo 1, commi 180 e 181 per il triennio 2024/2026 in favore delle madri di tre o più figli, di cui il più piccolo di età inferiore a 18 anni. Il citato comma 181 aveva poi esteso tale agevolazioni, per il solo 2024, anche alle madri con due figli, di cui il più piccolo di età inferiore a 10 anni. In entrambi i casi l’agevolazione spettava in presenza di un contratto subordinato a tempo indeterminato (con l’esclusione di chi svolge lavoro autonomo e domestico).

La Legge di Bilancio 2025, come confermato dal messaggio INPS numero 401 del 31-01-2025, ha introdotto importanti novità restrittive per la fruizione dell’esonero contributivo nell’anno in corso, in particolare per quanto riguarda i requisiti di accesso e la misura della riduzione. L’INPS ha specificato che l’agevolazione per le madri con due figli è venuta meno al 31 dicembre 2024. Per quanto riguarda, invece, l’esonero contributivo previsto in favore delle lavoratrici madri di tre o più figli questo trova applicazione fino al 31 dicembre 2026. Un’agevolazione che si applica, precisa l’INPS, anche nel caso in cui la nascita (o l’affido/adozione) del terzo figlio si verifichi nel corso del 2025 o del 2026. In questo caso il bonus sarà applicato a partire dal mese della nascita/entrata in famiglia (fermo restando il requisito di un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato). Non cambiano le modalità di fruizione già adottate per il 2024, sono le stesse indicate dall’INPS nella circolare n. 27/2024.

Ci sono anche altre novità, non tutte positive, nella Legge di Bilancio per la fruizione del bonus mamme nel 2025. In primo luogo, l’agevolazione viene estesa anche alle lavoratrici autonome, escluse dal bonus nel 2024 assieme alle lavoratrici domestiche e a quelle con rapporto a tempo determinato.

Come si legge all’articolo 1, comma 219, quest’anno il bonus spetterà anche alle lavoratrici autonome che percepiscono almeno uno tra redditi:

  • di lavoro autonomo;
  • d’impresa in contabilità ordinaria;
  • d’impresa in contabilità semplificata;
  • da partecipazione.

Questo però a condizione che le lavoratrici in questione non abbiano aderito al regime forfettario. Le modifiche introdotte però introducono anche alcune restrizioni per l’accesso al bonus. Nello specifico si prevede che le lavoratrici debbano essere madri di due o più figli e che il bonus mamme possa essere erogato fino al mese del compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo. A partire dal 2027 poi, se le lavoratrici sono madri di tre o più figli, l’esonero spetterà fino al mese del compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo.

Altra condizione che viene introdotta riguarda il limite reddituale. L’esonero contributivo spetterà a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore a 40.000 euro su base annua (per le lavoratrici autonome si prevede uno specifico strumento di valutazione).

Infine, ma forse la cosa più importante, a cambiare sarà l’importo dell’esonero. Se nel 2024 lo sgravio sui contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, a carico delle lavoratrici è stato del 100 per cento, dal 2025 sarà parziale.

Il testo della Legge di Bilancio non quantifica l’entità del bonus, il compito di definire i dettagli è affidato ad un apposito decreto attuativo MEF-MLPS, che era atteso entro il 31 gennaio ma di cui ancora non c’è traccia.

Lo stesso INPS nel messaggio fa sapere che fornirà le indicazioni per la disciplina e la gestione della nuova versione della misura solo dopo l’adozione di detto decreto.