17 Gen Cambiano le regole della RC Auto: “tabelle nazionali” e stessi risarcimenti in tutta Italia
Dopo 18 anni di attesa, il governo ha finalmente approvato una riforma volta a riordinare il settore dei risarcimenti danni non patrimoniali derivanti da lesioni gravi causate da incidenti stradali. La chiave di questa riforma è l’approvazione della Tabella unica nazionale, che stabilisce i criteri per la valutazione del danno permanente biologico. Il nucleo centrale della riforma prevede l’introduzione di uno schema che valuta le menomazioni all’integrità psicofisica in un range compreso tra 10 e 100 punti di invalidità. Attualmente, i valori economici associati alle singole invalidità sono determinati in modo autonomo dai vari Tribunali del Paese, con il Foro di Milano che spesso funge da punto di riferimento. La novità consiste nell’adozione di un sistema di punto variabile, che tiene conto del grado di invalidità e dell’età del danneggiato per determinare i valori economici delle diverse categorie di invalidità.
Viene introdotta una correlazione diretta con il grado di invalidità e una correlazione inversa con l’età del danneggiato. La principale differenza rispetto alle tabelle di Milano è evidenziata dall’incremento del valore economico del punto, in relazione alla percentuale di invalidità, calcolato attraverso un moltiplicatore che supera proporzionalmente l’aumento percentuale attribuito ai postumi. Per quanto riguarda il danno non patrimoniale, questo viene suddiviso e valutato nelle due componenti di danno biologico da un lato e danno morale dall’altro.
Le nuove tabelle presentano una significativa innovazione rappresentata dal “moltiplicatore per danno morale”, inteso come danno derivante da sofferenza e turbamento dell’animo. Questo moltiplicatore incrementa progressivamente i valori del danno biologico in modo percentuale per ogni singolo punto di invalidità. Tuttavia, è importante notare che l’utilizzo di questo moltiplicatore è consentito solo previa rigorosa allegazione e prova.
La tanto attesa iniziativa nel settore dell’assicurazione responsabilità civile auto è stata adottata al fine di assicurare alle vittime di incidenti un risarcimento completo ed equo per il danno non patrimoniale. Contestualmente, mira a razionalizzare i costi che gravano sul sistema assicurativo, preservando così il diritto dei consumatori a godere di premi assicurativi ad un livello sostenibile e accettabile. Il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, spiega che questa misura è parte integrante di un ampio percorso di riforma strutturale nel settore assicurativo, ritenuto indispensabile per assicurare efficienza e sostenibilità.
Tra gli obiettivi del governo, la Tabella unica è stata concepita anche per contribuire a contenere l’incremento dei prezzi dell’assicurazione responsabilità civile auto. In tal senso, su indicazione del Ministero del Made in Italy, il Garante per la sorveglianza dei prezzi ha convocato la Commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi il 14 febbraio. Tale Commissione, istituita con il Decreto Trasparenza per rafforzare i poteri di monitoraggio e verifica del Garante, si propone di esaminare le recenti dinamiche dei costi dell’Rc Auto. L’aumento del prezzo medio del +7,1% tra novembre 2023 e lo stesso periodo nel 2022, certificato da Ivass, sarà al centro della discussione, alla quale parteciperanno i principali attori del settore assicurativo.
Secondo i calcoli di Assoutenti pochi giorni or sono, l’incremento delle tariffe dell’assicurazione responsabilità civile auto registrato a novembre 2023 si traduce in un aumento di spesa di 31 euro a polizza rispetto alle medie tariffe del 2022. Da un punto di vista geografico, Napoli e Prato risultano essere le province con il costo più elevato per la polizza Rc auto, con una media di oltre 559 euro, seguite da Caserta (501 euro) e Pistoia (487 euro). Al contrario, Enna presenta le tariffe più basse in Italia, con una media di 275 euro a polizza, seguita da Oristano (292 euro) e Potenza (297 euro). Imperia registra gli incrementi annuali più significativi (+12%), seguita da Lodi, Terni e Vercelli (+10%), mentre ad Ascoli Piceno, Rieti e Latina si osserva un aumento “solo” del +4,8% su base annua.