13 Mar Case green, l’Europarlamento approva l’accordo sulla direttiva UE
La direttiva dell’UE sulle abitazioni ecologiche ha ricevuto il via libera. Durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, l’accordo sulla direttiva, noto come “case green”, è stato definitivamente approvato con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astenuti. Questo accordo è stato raggiunto in “trilogo” con il Consiglio dell’UE e stabilisce nuove normative per le prestazioni energetiche nel settore edilizio. L’obiettivo è ridurre gradualmente le emissioni di gas serra e il consumo energetico entro il 2030, mirando alla neutralità climatica entro il 2050. La direttiva dovrà ora ricevere l’approvazione formale anche dal Consiglio dell’UE per la sua adozione definitiva.
In primo luogo, la direttiva stabilisce che tutti gli edifici privati di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero entro il 2030, mentre quelli nuovi destinati alle autorità pubbliche o di loro proprietà dovranno raggiungere tale obiettivo due anni prima, entro il 2028.
Per quanto riguarda gli edifici residenziali già esistenti, i Paesi membri devono adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata (rispetto al 2020) del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Inoltre, devono procedere con la ristrutturazione del 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e del 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi nazionali di prestazione energetica per l’intero settore edilizio.
In aggiunta, i Paesi membri devono garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, se tecnicamente ed economicamente fattibile, in proporzione alle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Devono anche spiegare come prevedono di attuare misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento e raffreddamento, eliminando gradualmente entro il 2040 l’uso di combustibili fossili. A partire dal 2025, sarà vietata l’assegnazione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili, mentre gli incentivi finanziari per i sistemi di riscaldamento che utilizzano una quantità significativa di energia rinnovabile rimarranno possibili.
La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e storici. Gli Stati membri possono anche decidere di escludere altri edifici protetti per il loro valore architettonico o storico, gli edifici temporanei, le chiese e i luoghi di culto.
Gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, secondo una valutazione della Commissione europea. Il 15 dicembre 2021 la Commissione aveva presentato la sua proposta di revisione della direttiva sulle prestazioni energetiche nell’edilizia, come parte del pacchetto “Pronti per il 55%”, dove la percentuale indicata riguarda l’obiettivo vincolante di riduzione dei gas a effetto serra entro il 2030, come tappa intermedia verso la “neutralità climatica” del 2050.
La direttiva è stata modificata durante le trattative con il Consiglio Ue, con un maggiore accento sul carattere adattato a livello nazionale, invece che armonizzato a livello Ue, di una parte degli indicatori per la sua attuazione. Ma resta un elemento fondamentale della strategia di riduzione delle emissioni e di efficientamento energetico del Green Deal.