24 Nov Commissione ha annunciato una legge europea per la protezione del suolo entro il 2023
Lo scorso 17 novembre è arrivato l’annuncio che l’Unione Europea si doterà di una normativa comunitaria specifica per la tutela del suolo a partire dalla proposta di legge che sarà finalizzata dalla Commissione UE entro il 2023.
Bruxelles apre la strada all’attesa Nature Restoration Law che dovrà garantire ai terreni lo stesso tipo di protezione giuridica già presente per la altre grandi risorse dell’ecosistema come l’acqua, l’aria e il mare.
“La nostra strategia permetterà al suolo di diventare sano, di essere usato in modo sostenibile e di ricevere la protezione legale di cui ha bisogno”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.
Secondo quanto emerso dalla bozza del piano, che si affianca ai programmi di contrasto alla deforestazione e di promozione del riciclo dei rifiuti, la UE intende formare fin da subito un nuovo gruppo allargato di esperti per elaborare proposte dettagliate.
Entro il 2050 il net zero del suolo
L’annuncio apre la strada a un percorso ambizioso che si svolgerà in collaborazione con gli Stati membri. Tre gli obiettivi fissati dalla Commissione:
- Aderire all’iniziativa internazionale “4 per 1000” per aumentare il carbonio nel suolo dei terreni agricoli.
- Sviluppare una visione a lungo termine per cicli di carbonio sostenibili (compresa la cattura, lo stoccaggio e l’uso di CO2) nella direzione della neutralità climatica.
- L’azzeramento del prelievo netto di suolo entro il 2050.
La Soil Health Law, insomma, chiama in causa diversi aspetti. Integrandosi, ha evidenziato Bruxelles, con la Soil Strategy già approvata da tempo e le altre iniziative in campo ambientale (dalla promozione dell’ economia circolare alla tutela della biodiversità, dal sostegno alla bioeconomia alla protezione delle foreste, per citarne solo alcune).
Atteso l’impegno degli Stati membri
Il vero nodo, secondo quanto emerso, è costituito dall’impegno degli Stati membri. Spetterà a questi ultimi, infatti riferire alla Commissione come procedano i loro progressi nella riduzione del consumo di suolo. Tocca sempre ai governi fissare gli obiettivi nazionali in tal senso e sviluppare i loro piani di recupero dei suoli urbani secondo la logica della normativa UE. Nel documento elaborato da Bruxelles, inoltre, si parla anche di graduale eliminazione dei sussidi e degli incentivi finanziari incompatibili con gli obiettivi europei. A partire dai benefici fiscali locali per la conversione di terreni agricoli o naturali in ambiente costruito.
Già nel 2004, la UE aveva avanzato una proposta di direttiva per la protezione del suolo ma l’iniziativa era stata bloccata dall’opposizione di cinque paesi, ha ricordato in conferenza stampa il Commissario all’Ambiente, Virginijus Sinkevičius.
“Attualmente però siamo di fronte a uno scenario completamente diverso”, ha aggiunto. “A chiedere una legge sul suolo, oggi, sono anche alcuni paesi che in passato si erano opposti”.
L’ex ministro dell’Economia lituano non entra nel dettaglio. La sensazione, tuttavia, è che sul piano diplomatico ci sarà ancora da lavorare e non poco. “Vista la pervicace opposizione di alcuni Stati chiave come Francia e Germania a qualsiasi interferenza dell’UE nella gestione del suolo, la partita sarà tutta da giocare”, sottolinea una fonte vicina alla Commissione.
Più attenzione alla materia organica, meno fertilizzanti
La bozza, nel frattempo, fornisce dettagli interessanti in merito al piano europeo. Nel testo, ad esempio, si sottolineano i vantaggi legati al riciclo della materia organica – compost, digestato, fanghi di depurazione, letame trasformato e altri residui agricoli – come base per lo sviluppo di fertilizzanti naturali. Per garantire la sicurezza del processo produttivo ed evitare l’inquinamento del suolo, la Commissione rivedrà le direttive che riguardano la gestione di questi elementi. Bruxelles, inoltre, “valuterà le opzioni per garantire almeno il dimezzamento della perdita di nutrienti nel terreno con una conseguente riduzione minima dell’uso di fertilizzanti pari al 20%“. Probabili a tal proposito i finanziamenti a un nuovo progetto LIFE sull’uso di compost di alta qualità proveniente dai rifiuti organici.
Azzerare (o quasi) l’inquinamento del suolo nel 2050
Grande attenzione anche per le bioplastiche, come alternativa ai rivestimenti tradizionali, e per il contrasto agli agenti inquinanti. Entro luglio 2024 si dovranno “adottare criteri di biodegradabilità per alcuni polimeri, come gli agenti di rivestimento e i film di pacciamatura agricola ai sensi del regolamento UE sui prodotti fertilizzanti”, si legge nella bozza. “I limiti dei contaminanti per i prodotti fertilizzanti dell’UE saranno rivisti entro luglio 2026 come parte della revisione generale di tale regolamento”.
Le iniziative, che includono la stesura nei prossimi tre anni di un “elenco per i contaminanti di maggiore e/o emergente preoccupazione per la qualità del suolo europeo e per i quali sono necessarie una vigilanza e un’azione prioritaria a livello continentale e nazionale”, e che saranno sostenute dalle risorse previste nell’ambito di Horizon Europe, PAC e LIFE e dal ricorso ad altri fondi strutturali, dovrebbero condurre al traguardo finale.
“Entro il 2050“, prosegue il documento, “l’inquinamento del suolo dovrebbe essere ridotto a livelli che non comportino più rischi e che rispettino i limiti che il nostro pianeta può sopportare creando così un ambiente privo di sostanze tossiche”.
fonte: Re Soil Fundation