06 Set Crisi energia: gasolio agricolo, sciopero benzinai, ultimatum Putin
Gli effetti collaterali della guerra tra Russia e Ucraina rimbalzano sulla vita di tutti gli italiani in maniera fortemente negativa, e di fatto ci fanno vivere in un clima almeno economicamente pre-bellico. I costi dell’energia sono saliti alle stelle e tra poco arriverà anche scarsità nei beni di prima necessità. Ecco le ultime nel settore dell’energia per la mobilità.
Gasolio agricolo. Se tende a scendere il prezzo al barile, non accenna a diminuire quello in distribuzione. Per le imprese del comparto agricolo infatti il costo ha toccato quota 1,50 euro al litro nel mese di luglio, è sceso di pochi centesimi in quello di agosto, ma anche nella giornata odierna continua ad attestarsi attorno a 1,35-1,40 euro al litro. Cifra che è esattamente il doppio di qualche mese fa, addirittura il triplo rispetto all’inizio del conflitto.
Proroga accise. Era stato prorogato fino al giorno 20 settembre il taglio delle accise sui carburanti; il governo ha cercato così di frenare l’aumento dei prezzi di diesel e benzina, ma la scadenza si avvicina senza che la situazione di mercato permetta un abbassamento del prezzo, che sta incidendo in maniera esponenziale sui costi per la vendemmia e per la raccolta settembrina di ortaggi, frutta e legumi.
Sciopero benzinai. Paventato e semi-annunciato, per il momento e nonostante la situazione risulti molto complicata i benzinai, sia della rete stradale che di quella autostradale, il pericolo di una chiusura dei distributori di carburante non sembra reale.
UE: tetto al prezzo del gas. Una misura che è in discussione venerdì 9 settembre dai ministri dell’Energia dei 27 in una riunione straordinaria, nel tentativo di frenare gli effetti sui mercati scatenati dalle mosse di Mosca. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha postato su Twitter: “Putin sta usando l’energia come arma tagliando l’offerta e manipolando i nostri mercati energetici. Fallirà. L’Europa prevarrà. La Commissione Ue sta preparando proposte per aiutare le famiglie e le imprese vulnerabili a far fronte ai prezzi elevati dell’energia.”
Il ricatto di Putin. Dopo aver fermato con scuse più o meno plausibili il passaggio del gas dalla Russia verso l’Europa attraverso il Nord Stream 1, per bocca del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov il presidente russo Putin è tornato a minacciare uno stop a tempo indeterminato se non verranno tolte alla Russia le sanzioni in vigore. Se da una parte sono stati smentiti i facili profeti di un collasso dell’economia russa per effetto di queste sanzioni nei mesi precedenti, l’irrigidimento del presidente russo in questo momento è un segnale di forte debolezza. E’ probabile che senza un accordo complessivo sullo stato di belligeranza, il prossimo inverno sarà freddo per tutti.