25 Ott Dai disastri naturali un danno da 3800 miliardi per l’agricoltura mondiale
La stima, contenuta in un nuovo rapporto FAO, fa riferimento agli ultimi 30 anni. A livello globale, la perdita del Pil agricolo è del 5%. Ma in Europa orientale e meridionale i danni economici all’agricoltura valgono quasi il doppio. Un monito per stimolare azioni di adattamento e contrasto ai cambiamenti climatici.
Del gruppo fanno parte eventi come eruzioni vulcaniche, terremoti e tsunami che certamente non possono essere addebitati all’attività umana. Ma a creare i danni economici maggiori è, per distacco, la siccità, seguita da inondazioni e cicloni, che, altrettanto indubbiamente, stanno crescendo in numero e intensità anno dopo anno, per motivi strettamente connessi con l’impatto antropico. Sono questi i disastri naturali considerati dalla FAO per stimare quanto grande sia l’impatto economico sull’agricoltura mondiale. L’arco temporale considerato sono gli ultimi 30 anni. In questo periodo, gli eventi catastrofici hanno causato perdite di raccolti e danni agli allevamenti per un valore di 3800 miliardi di dollari. Ovvero $123 miliardi all’anno, pari al 5% del prodotto interno lordo globale dell’agricoltura. E il dato potrebbe essere anche più alto, se fossero stati considerati anche i settori della pesca, dell’acquacoltura e della silvicoltura, tenuti fuori dall’analisi per la mancanza di dati sistematici.
In pericolo la sostenibilità dei sistemi agricoli
I calcoli sono contenuti in un nuovo rapporto – “The impact of disasters on agriculture and food security” – pubblicato nei giorni scorsi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).
“L’agricoltura è uno dei settori più esposti e vulnerabili nel contesto del rischio di catastrofi, data la sua profonda dipendenza dalle risorse naturali e dalle condizioni climatiche. I disastri ricorrenti possono potenzialmente erodere i progressi ottenuti in termini di sicurezza alimentare e minare la sostenibilità dei sistemi agroalimentari”, ha affermato il Direttore Generale della FAO, QU Dongyu nella prefazione al rapporto. “Sfruttando le competenze tecniche della FAO, questa pubblicazione illustra le opportunità per affrontare in modo proattivo i rischi nei sistemi agroalimentari, dimostrando al tempo stesso le modalità per integrare la gestione del rischio di catastrofi nelle pratiche e nelle politiche agricole”.
Le catastrofi aumentano e producono danni a cascata
Il rapporto rivela che le perdite legate ai principali prodotti agricoli mostrano tendenze in aumento. Gli eventi catastrofici sono passati dai 100 all’anno negli anni ’70 ai circa 400 all’anno in tutto il mondo negli ultimi 20 anni. Attenzione: tale aumento è causato soprattutto da eventi meteorologici e idrologici (i più connessi con la responsabilità umana). Al contrario gli episodi geofisici sono rimasti sostanzialmente stabili.
Non solo gli eventi catastrofici stanno aumentando in frequenza, intensità e complessità, ma si prevede anche che il loro impatto peggiorerà, poiché i disastri indotti dal clima amplificano le vulnerabilità sociali ed ecologiche esistenti.
Secondo gli analisti FAO infatti gli eventi catastrofici producono impatti a cascata su più sistemi e settori. Ci sono fattori di rischio da tenere sott’occhio in tal senso: cambiamenti climatici, povertà, disuguaglianza, crescita della popolazione, pandemie, uso e gestione insostenibile del territorio, guerre e degrado ambientale.
In casi estremi, i disastri costringono le popolazioni rurali all’emigrazione. Nel rapporto vengono ad esempio citate le massicce inondazioni innescate da piogge monsoniche anomale nella provincia meridionale del Sindh, nel Pakistan. Un episodio che mostra come la combinazione fra fattori di rischio a insorgenza lenta e altri più improvvisi abbia innescato sfollamenti, incidendo negativamente sui sistemi agroalimentari e aumentando l’insicurezza alimentare.
Le perdite per tipo di prodotti
Negli ultimi tre decenni le perdite di cereali sono ammontate in media a 69 milioni di tonnellate all’anno – corrispondenti all’intera produzione cerealicola francese nel 2021 – seguite da frutta e verdura e colture di zucchero, ciascuna con perdite medie prossime a 40 milioni di tonnellate per anno. Per quanto riguarda frutta e verdura, le perdite corrispondono all’intera produzione ortofrutticola in Giappone e Vietnam. Carni, latticini e uova hanno mostrato una perdita media stimata di 16 milioni di tonnellate all’anno, corrispondente all’intera produzione in Messico e India.
Grandi differenze regionali
Come spesso accade, le perdite globali non sono equamente distribuite. Gli eventi catastrofici hanno effetti diversi nelle varie macroregioni mondiali. Secondo il rapporto, l’Asia ha subito la quota maggiore delle perdite economiche totali. Anche Africa, Europa e le Americhe hanno mostrato un ordine di grandezza simile.
Ma se focalizziamo l’attenzione sulla contrazione del Pil dell’agricoltura, le cose cambiano: in Asia le perdite rappresentano il 4% del valore aggiunto agricolo. In Africa corrispondono quasi all’8%. E se l’analisi scende nelle varie sottoregioni, la variabilità diventa ancora più elevata. L’area più danneggiata è Africa orientale che ha perso quasi il 15% del proprio Pil agricolo. Tra l’8 e 9% di perdita troviamo non solo Sud Africa e Sud America ma anche i Paesi dell’Europa orientale e mediterranea.
1$ in azioni preventive, 7$ in benefici
Intervenire è inevitabile. Il rapporto delinea tre priorità d’azione: migliorare i dati e le informazioni sugli impatti dei disastri su tutti i sottosettori dell’agricoltura (colture, bestiame, pesca, acquacoltura e silvicoltura); sviluppare e integrare approcci multisettoriali di riduzione del rischio di catastrofi; potenziare gli investimenti nella resilienza che apportano benefici nella riduzione del rischio di catastrofi in agricoltura e nell’imprenditoria.
“Interventi proattivi e tempestivi sono fondamentali per rafforzare la resilienza prevenendo o riducendo i rischi in agricoltura” sottolinea la FAO. “Le azioni preventive intraprese in diversi paesi hanno dimostrato un rapporto costi/vantaggi favorevole per gli investimenti nella prevenzione delle catastrofi e nella resilienza”. Il rapporto mostra infatti che, per ogni dollaro investito in azioni preventive, le famiglie rurali possono guadagnare fino a 7 dollari in benefici ed evitare perdite agricole.
Fonte: Resoilfundation.org