19 Mar Decreto sostegni: ristori per imprese e partite Iva
Come ampiamente previsto, il governo Draghi ha definito il criterio per i ristori alle attività produttive: non sono più i codici Ateco, ma la perdita di fatturato. Sono quindi comprese tutte le Partite IVA, imprese, autonomi e professionisti iscritti agli ordini.
Gli indennizzi a fondo perduto toccherano a chi nel 2020 ha subito una perdita di fatturato pari al 30%, rispetto all’anno precedente.
E in base alle dimensione dell’attività (rileva il fatturato), si applica un’aliquota alla perdita media mensile subita. Le aliquote sono cinque, e vanno dal 60 al 20%. Nel dettaglio:
- fatturato entro i 100mila euro: 60%,
- fra i 100 e i 400mila euro: 50%,
- fra i 400mila e il milione di euro: 40%,
- fra 1 e 5 milioni di euro: 30%,
- fra 5 e 10 milioni di euro: 20%.
Il contributo a fondo perduto non spetta ai soggetti la cui attività risulti cessata alla data dell’entrata in vigore del presente decreto-legge, ai soggetti che hanno attivato la partita Iva dopo la data di entrata in vigore del presente decreto-legge.
Erogazione del sostegno. Mario Draghi ha spiegato che entro la fine di marzo sarà online una piattaforma alla quale accedere per chiedere l’indennizzo, l’8 aprile arriveranno i primi ristori, il requisito viene attestato con una semplice autocertificazione, il Governo punta a effettuare i versamenti entro la fine di aprile. C’è anche la possibilità di scegliere, in luogo del rimborso, l’utilizzo in compensazione.