Digital tax e dazi sull’agricoltura italiana, pezzo debole tra Ue e USA

Digital tax e dazi sull’agricoltura italiana, pezzo debole tra Ue e USA

La tassa varata dall’Italia sui servizi digitali, detta appunto “digital tax”, e messa a punto anche da Austria e Spagna non piace proprio all’amministrazione Biden e ai giganti del web che si ritroverebbero, da Microsoft ad Amazon, a doverne pagare tante specie in relazione al poco o nulla per cui hanno goduto fino ad oggi.

Gli USA hanno quindi inteso rispondere per ritorsione – avendo giudicato la digital tax discriminatoria nei confronti delle imprese statunitensi – imponendo dei dazi ulteriori sui prodotti che arrivano dal nostro paese per un ammontare di circa 385 milioni di dollari. Colpendo quindi il comparto agroalimentare.

Gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco fuori dalla UE per il Made in Italy agroalimentare. Nel 2020 le esportazioni sono ammontate a circa 5 miliardi di euro.  Ergo, i dazi andranno a colpire fondamentalmente i prodotti agricoli italiani: vino, olio, formaggi e tanti altri.

Nella serata di ieri invece è stata annunciata una sospensione di 180 giorni per la loro imposizione. La decisione è stata motivata con l’impegno del presidente Biden a ricercare sui temi della tassazione delle imprese una soluzione condivisa in sede OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e in ambito G20.

Uipa e il mondo agricolo italiano non possono che rallegrarsi per aver evitato un forte rallentamento dell’export agroalimentare nazionale nel breve periodo.

Il presidente Uipa Massimo Russo conferma “la necessità di mantenere sempre viva la cooperazione internazionale sulle questioni legate al commercio, e una ripresa di colloqui è sempre una indicazione estremamente positiva per la difesa della produzione italiana che va all’estero”.

“Spingiamo con ottimismo verso una soluzione condivisa delle discussioni sul tappeto. Oggi abbiamo tutti la necessità di aiutare la ripresa delle attività economiche, per superare la fase della pandemia e rilanciare lavoro e consumi a livello internazionale. Il rilancio della cooperazione multilaterale sui temi del commercio internazionale deve servire a togliere tutti gli intoppi al ritorno della crescita economica”.