Direttiva europea case green: punto della situazione sul patrimonio edilizio italiano

Direttiva europea case green: punto della situazione sul patrimonio edilizio italiano

Secondo le stime dell’Istat e dell’Enea, circa il 75% degli edifici italiani appartiene alle classi energetiche più basse (da G a E), con il 34% collocato in classe G, la meno efficiente. Questo significa che milioni di abitazioni non soddisfano i criteri minimi stabiliti dalla nuova direttiva “case green” per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2.

Il problema è particolarmente evidente nei centri storici e nei comuni rurali, dove molti edifici sono stati costruiti prima dell’introduzione delle norme sul risparmio energetico del 1991. Solo il 12% degli immobili è classificato in classe A, rappresentando un problema significativo per l’obiettivo dell’Unione Europea di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

La nuova direttiva case green

La direttiva europea “case green” (EPBD) è parte del pacchetto Fit for 55 e punta a migliorare l’efficienza energetica degli edifici. L’obiettivo principale è ridurre del 55% le emissioni di CO2 entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La norma prevede che:

  • Tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero dal 2028.

  • Gli edifici esistenti raggiungano la classe energetica E entro il 2030 e D entro il 2033.

  • Siano progressivamente eliminati i combustibili fossili per il riscaldamento entro il 2035.

Gli Stati membri hanno il compito di definire piani nazionali per garantire l’adeguamento, con misure mirate e deroghe per edifici storici, case vacanza e luoghi di culto. Sono inoltre previsti incentivi per supportare le famiglie e le imprese nei lavori di riqualificazione.

Interventi previsti per l’efficienza energetica

Per raggiungere gli obiettivi della direttiva, sono previsti diversi interventi strutturali e tecnologici. Tra questi:

  • Installazione di pannelli solari e impianti fotovoltaici.

  • Sostituzione di caldaie a combustibili fossili con pompe di calore.

  • Posizionamento di cappotti termici per migliorare l’isolamento.

  • Sostituzione di infissi per ridurre la dispersione termica.

Questi interventi saranno incentivati tramite detrazioni fiscali, sovvenzioni per le famiglie vulnerabili e premi per chi completa ristrutturazioni significative. Tuttavia, l’implementazione sarà graduale e soggetta alla disponibilità di manodopera qualificata e alla fattibilità economica delle operazioni.

Conclusioni e previsioni future

L’Italia affronta una sfida significativa per adeguare il suo patrimonio edilizio agli standard europei. Con oltre 9 milioni di edifici non conformi, sarà necessario accelerare il tasso di ristrutturazione e investire in tecnologie innovative. Entro il 2030, si prevede una riduzione del 16% nei consumi energetici medi, che dovrà raggiungere il 22% entro il 2035.

Sebbene la direttiva offra una visione chiara per il futuro, la sua applicazione dipenderà dalla capacità di governo e privati di collaborare efficacemente. Gli incentivi finanziari e il supporto tecnico saranno determinanti per assicurare il successo della transizione verso un patrimonio edilizio più sostenibile ed efficiente.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/efficienza-energetica/case-green/