27 Apr Draghi chiude alla Camera la discussione sul Recovery Plan
Alla Camera il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva presentato ieri il Piano nazionale di ripresa e resilienza di Italia. Nella mattinata di oggi 27 aprile ha risposto agli interventi dei deputati sulla discussione e le loro osservazioni.
Tempistica. “Voglio ribadire il profondo rispetto del governo per il parlamento” dal momento che è stato fatto osservare che non c’è stato alcun tempo per prendere visione di quanto l’esecutivo andava preparando.
“Indubbiamente i tempi erano ristretti. La scadenza del 30 aprile non è mediatica, è che se si arriva prima, si accede ai finanziamenti prima” ha proseguito Draghi. “Per cui mi dispiace molto dei tempi ristretti del confronto, ma abbiamo tenuto conto delle istanze del parlamento”.
Dialogo successivo col Parlamento. “Il dialogo non è finito qui. Il contributo che il parlamento può dare al piano è solo all’inizio. Tutte le riforme che sono contenute nel piano verranno adottate con provvedimenti e strumenti legislativi, nei cui procedimenti di adozione il parlamento avrà un ruolo determinante.
Una collaborazione tra esecutivo e legislativo e fondamentale ora, ma lo sarà ancora di più nei mesi a venire”.
Enti locali. “La vera sfida è, non appena questo piano viene consegnato, di trovare un modo di attuazione dove amministrazioni locali, enti territoriale, governo centrale, chiamati a una mole di investimenti pubblici eccezionale, trovino uno schema di governo del piano.
Questo è il vero governo, non è tanto cosa fa Palazzo Chigi, che comitati si formano: questo è il punto nodale del piano. Il processo di coordinamento è molto complessi. Gli enti locali sono i veri attuatori del piano, a cui viene destinato poco meno di 90 miliardi, il 40% totale dei fondi”.
Risorse per i giovani. “L’intero piano è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni Come ho già detto ieri, dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato. Gli interventi: quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, 500 milioni per le borse di studio per accedere all’università. Prevede poi l’ampliamento dei dottorati, attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo”.
Questione femminile. “Il piano prevede importanti misure a sostegno delle donne lavoratrici. Vi sono interventi a favore dell’imprenditoria femminile, ma soprattutto un corposo pacchetto per aiutare ad alleggerire il carico familiare che spesso grava sulle spalle delle donne. Sono previsti 4,6 miliardi di euro previsti per gli asili nido e le scuole d’infanzia: questo investimento porta a creare circa 230 mila nuovi posti destinati ai bambini più piccoli, e si tratta di una stima prudenziale”.
Sud. “Al Sud andrà circa il 40% delle risorse che possono essere ripartite con il criterio del territorio, ovvero circa 82 miliardi di euro. È una cifra più alta della quota della popolazione residente al Sud, il 34%, e molto più alta della quota di prodotto interno lordo, il 22%. Inoltre, oltre il 45% degli investimenti nella connettività a banda ultralarga si svilupperà nelle regioni del Sud”.
Internet per tutti. “L’obiettivo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque senza distinzioni territoriali ed economiche. A maggio avviamo la mappatura dei piani d’investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che senza interventi del governo resterebbero sfavorite. Per queste aree è previsto un contributo statale per assicurarci che non si creino nuovi divari digitali da qui al 2026”.
Roma caput mundi. “Si tratta di 500 milioni che permetteranno la messa in sicurezza di luoghi pubblici ed edifici storici; digitalizzano i servizi culturali e rinnovano parchi e giardini storici. Nel complesso, intendiamo avviare un progetto che muovendo dalla Capitale porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti ma non meno unici”.