16 Ott Esenzione fiscale e tassazione: le nuove regole per i lavoratori sportivi
Intensa attività legislativa su tutto quello che riguarda l’attività dei lavoratori sportivi in vista dell’introduzione delle nuove leggi a partire dal 1° gennaio 2023.
E cambiano in particolare le regole sui compensi riconosciuti ai lavoratori sportivi, soprattutto se appartenenti all’area dilettantistica. Il decreto correttivo alla riforma dello sport (decreto legislativo 36 del 2021) interviene in particolare sul trattamento tributario e previdenziale di tali emolumenti e di conseguenza sul peso economico a carico delle società.
Fasce reddituali. Dal 2023 vengono stabilite tre fasce sulla base dell’entità annuale dei corrispettivi percepiti dal lavoratore sportivo in ambito dilettantistico:
- fino a 5.000 euro,
- tra i 5.000 e i 15.000 euro,
- oltre i 15.000.
Quest’ultima diventa la soglia dell’esenzione fiscale che dunque sale rispetto agli attuali 10.000 euro. In particolare, nelle prime due fasce non si applicherà alcun prelievo tributario. Oltre questa franchigia, invece, il reddito sarà tassato secondo le ordinarie aliquote fiscali. Tuttavia, l’imposizione avrà luogo soltanto sulla fetta dei compensi superiori ai 15.000 euro.
Il tutto avverrà sulla base di una autocertificazione del lavoratore relativa ai compensi percepiti nell’anno solare.
Premi atleti. I premi estemporanei assegnati agli atleti per i risultati ottenuti nelle competizioni saranno assoggettati soltanto a un prelievo del 20%, essendo attratti nel regime generale dei premi e delle vincite e quindi non andranno dichiarati e non si sommeranno agli altri redditi ai fini della determinazione delle aliquote.
Under 23. Per venire incontro alle società professionistiche del calcio maschile e femminile di Serie A, nonché del basket maschile di Serie A, si prevede che questo modello di tassazione agevolata possa applicarsi anche agli atleti e alle atlete under 23, a patto però che le società sportive di riferimento abbiano fatturati inferiori ai cinque milioni di euro. Questo per impedire che ne beneficino le squadre di calcio femminile di Serie A dei grandi club.
Esenzione previdenziale. Per quanto riguarda l’aspetto previdenziale, è prevista un’esenzione ai contributi limitata ai compensi annui inferiori ai 5mila euro (ora questa soglia è allineata a 10mila euro). I lavoratori sportivi titolari di contratto di lavoro subordinato (sia professionistico che dilettantistico), avranno come riferimento il Fondo Pensione Sportivi Professionisti gestito dall’Inps (che dal 2023 assume la denominazione di Fondo Pensione dei Lavoratori Sportivi), mentre, per i lavoratori autonomi e co.oc.co del settore dilettantistico, si farà affidamento sulla gestione separata Inps.
Agevolazioni per le società. Per aiutare le società ad adeguarsi al nuovo regime, fino alla fine del 2027, quindi per i primi cinque anni, la base imponibile su cui calcolare la parte previdenziale è ridotta del 50%, mentre, per la parte assistenziale, attualmente del 2,03%, si calcola integralmente sulla parte eccedente smilaeuro (2/3 a carico del committente).
fonte: Il Sole 24 Ore, autore: Marco Bellinazzo