24 Lug G20 Ambiente, Napoli: importanti accordi su clima ed energia
Se la prima giornata del vertice G20 di Napoli su biodiversità e tutela del capitale naturale era stata un successo, la seconda ha corso il rischio – per l’opposizione di Cina ma soprattutto dell’India – di concludersi con una spaccatura su energia e clima.
Soltanto nel tardo pomeriggio è scattato l’applauso dei presenti con l’ok della Cina all’accordo finale, che ha permesso di superare anche le comprensibili resistenze indiane visto l’alto grado di dipendenza dagli idrocarburi per la sua crescita economica.
Così ha commentato il ministro della transizione ecologica Cingolani l’esito della giornata: “È stata una negoziazione particolarmente complessa durata due notti e due giorni, con i team che lavorano sulle linee guida. Questa notte non c’era molto ottimismo poi invece siamo riusciti a trovare un accordo sul comunicato: proposto 60 articoli, ne sono stati condivisi 58. Abbiamo cambiato programma oggi per cercare di trovare un’intesa e abbiamo incontrato tutti i ministri del G20, e cambiato tavole rotonde per discutere su punti critici”.
L’inviato Usa sul clima John Kerry e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani avrebbero voluto dare una accelerazione alle decisioni del G20 sui temi ambientali sul tappeto rispetto agli accordi di Parigi, impegnando tutti gli attori a mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi al 2030 (Parigi prevede 2, senza una data precisa) e a chiudere tutte le centrali a carbone al 2025.
Adesso la palla passa al G20 dei capi di stato e di governo del 30 e 31 ottobre a Roma dove questa accelerazione certamente ritornerà al centro del dibattito.
Purtroppo rimane la constatazione che Cina e India restano ferme sulle loro posizioni: hanno bisogno delle fonti fossili a buon mercato per alimentare la loro crescita.
“Al G20 Ambiente volevamo essere più ambiziosi sulla decarbonizzazione, ma oltre non si poteva andare – ha spiegato alla fine Cingolani -. Così, i due punti li abbiamo rinviati al G20 dei Capi di Stato”.