
13 Feb Gestione del contante sul conto corrente: come difendersi dai controlli del Fisco
Il tema dei versamenti in contante sul conto corrente è rilevante per i contribuenti italiani, poiché può comportare controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. La normativa fiscale richiede giustificazioni documentali per evitare che i versamenti siano considerati redditi non dichiarati e quindi tassabili. L’articolo 32 del D.P.R. 600/1973 conferisce al Fisco il diritto di verificare la legittimità delle somme non giustificate, con il principio della presunzione legale a favore del Fisco, per cui spetta al contribuente dimostrare la provenienza lecita delle somme versate.
Esenzioni dalla tassazione:
- Somme esenti: Donazioni modiche, risarcimenti per danni, vendite di beni usati.
- Somme già tassate: Vincite al gioco, premi. È essenziale conservare documenti come contratti e ricevute.
Giroconti:
I trasferimenti di denaro tra conti intestati allo stesso contribuente non sono operazioni imponibili, ma è consigliabile fornire documentazione dettagliata per evitare contestazioni.
Rischi e sanzioni:
Se il contribuente non riesce a dimostrare la provenienza legittima delle somme versate, il Fisco può tassarle con l’aliquota IRPEF e applicare una sanzione amministrativa del 70% della somma non giustificata, con un minimo di 150 euro.
Consigli per difendersi:
- Mantenere registrazioni accurate delle transazioni finanziarie.
- Conservare ricevute, contratti e documenti che dimostrino la provenienza delle somme.
- Consultare un professionista esperto per assistenza nella gestione delle finanze e nella predisposizione della documentazione necessaria.
- Privilegiare metodi di pagamento tracciabili, come bonifici bancari o pagamenti con carta di credito, per maggiore sicurezza e trasparenza.