Giornata mondiale della Terra 2025: lotta all’indifferenza ambientale

Giornata mondiale della Terra 2025: lotta all’indifferenza ambientale

Il 22 aprile si celebra la Giornata della TerraEarth Day, un’occasione per riflettere sull’impatto delle attività umane sull’ambiente. Nata oltre cinquant’anni fa negli Stati Uniti, oggi coinvolge più di un miliardo di persone in 193 Paesi. In un contesto segnato dalle crescenti proteste contro la guerra del Vietnam negli anni Sessanta dello scorso secolo, ,il senatore americano Gaylord Nelson, convinto che l’ambiente fosse una delle grandi questioni ignorate dalla politica, propose un “teach-in” ambientale. Da un evento educativo e partecipativo ispirato ai dibattiti universitari dell’epoca si arriva a realizzare l’idea di creare una giornata dedicata alla Terra.

Nel 1969, un disastro ambientale colpì la costa californiana: la fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil Company al largo di Santa Barbara causò danni significativi all’ecosistema marino. L’incidente spinse il senatore Gaylord Nelson a concretizzare la sua idea: era giunto il momento di portare le tematiche ambientali al centro del dibattito politico nazionale. Con il supporto dell’attivista Denis Hayes, fu organizzata una vasta mobilitazione in tutti gli Stati Uniti. Il 22 aprile 1970, 20 milioni di americani—studenti, docenti, attivisti e famiglie—parteciparono a proteste, incontri pubblici e iniziative locali. Per la prima volta, gruppi impegnati in diverse cause ambientali, dalla lotta ai pesticidi all’inquinamento atmosferico, si unirono in un movimento collettivo. Così nacque ufficialmente la Giornata della Terra.

Ma se veniamo alla celebrazione del 2025, che segna un grande passo indietro sul Green Deal e le politiche per l’ambiente che con fatica e spesso senza adeguati finanziamenti da parte dei governi degli stati sembrava indirizzassero il mondo verso una consapevolezza di come inquinamento, plastiche e consumo di suolo possano distruggere l’habitat in cui l’uomo è diventato padrone della Terra. Se non c’erano finanziamenti per le politiche sull’ambiente, oggi – dalla sera alla mattina – l’Unione Europea trova 800 miliardi di euro da spendere in armi.

Nonostante la grande quantità di dati e strumenti avanzati a disposizione, i rischi climatici e ambientali vengono spesso ignorati. Gli indicatori, come i “limiti planetari” definiti nel 2009, mostrano che sei dei nove processi fondamentali hanno già superato la soglia di sicurezza, mettendo il pianeta e la nostra specie in serio pericolo. Continuare a trascurare questi segnali di allarme è un errore grave, paragonabile a piloti inesperti che ignorano gli avvisi critici mentre l’astronave Terra rischia di precipitare.