Guerra e Covid posso spingere indietro lo sviluppo sostenibile di 10 anni

Guerra e Covid posso spingere indietro lo sviluppo sostenibile di 10 anni

Covid e guerra, quasi nello stesso tempo, anzi una che segue l’altra intrecciandosi mentre la prima non ha ancora terminato i suoi effetti mortali e negativi sulle economie di tutto il mondo. Intrappolato tra queste due mostruosità – oltre alle persone morte ed ai danni che ognuno di noi sta pagando – c’è lo sviluppo sostenibile che rischia di essere ricacciato indietro di almeno dieci anni, all’alba dei 17 obiettivi dell’Agena ONU 2030. Come si fa a parlare di sostenibilità in certe zone del Pianeta dove il problema è mettere insieme un tozzo di pane a pranzo e cena?

E’ scritto a chiare lettere nel “Financing for Sustainable Development Report 2022” (rapporto sul finanziamento per lo sviluppo sostenibile 2022) dell’ONU e delle 60 agenzie collegate:”I crescenti venti contrari all’economia globale stanno aggravando il rischio di un decennio perduto per lo sviluppo sostenibile evidenziato nel rapporto dello scorso anno”. 

Il problema risiede, secondo l’analisi del rapporto, nella distanza sempre più grande tra i paesi in via di sviluppo e gli altri. Una distanza che in questi due anni si è ingigantita.

I Paesi in via di sviluppo devono ancora recuperare il terreno perso a causa della pandemia COVID-19. La pandemia ha messo un maggior numero di Paesi a rischio di indebitamento, ha limitato il loro spazio fiscale e ha ostacolato la crescita economica. La guerra in Ucraina sta esacerbando tutte queste sfide. In questo contesto, il Rapporto 2022 sul finanziamento per lo sviluppo sostenibile identifica un “grande divario finanziario”: l’incapacità dei Paesi più poveri di raccogliere risorse sufficienti e di contrarre prestiti accessibili per gli investimenti.

Il grande divario finanziario impedisce ai Paesi in via di sviluppo di rispondere alle crisi e di investire nello sviluppo sostenibile. In media, i Paesi sviluppati utilizzano il 3,5% delle entrate per pagare gli interessi sul debito, contro il 14% delle entrate dei Paesi meno sviluppati. Circa il 60% dei Paesi meno sviluppati e di altri Paesi a basso reddito è oggi valutato ad alto rischio o in difficoltà debitoria, il doppio rispetto al 30% del 2015.

Il conflitto in Ucraina sta aggravando le tensioni, attraverso l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, le nuove interruzioni della catena di approvvigionamento, l’aumento dell’inflazione e la riduzione della crescita e l’aumento della volatilità dei mercati finanziari.

Il rapporto FSDR 2022 raccomanda tre serie di azioni che possono aiutare a fare progressi nel colmare il divario finanziario. In primo luogo, il rapporto chiede misure urgenti per affrontare le carenze di finanziamento, l’aumento dei costi dei prestiti e l’aumento dei rischi di indebitamento. È necessario aumentare i finanziamenti pubblici per gli investimenti nelle priorità delle politiche pubbliche e spendere efficacemente le risorse mobilitate per gli SDG e gli investimenti produttivi. La comunità internazionale dovrebbe adoperarsi per ridurre i costi e la volatilità dei prestiti da fonti commerciali e affrontare le eccedenze del debito per ridurne l’onere.

Al di là delle azioni urgenti, tutti i flussi di finanziamento devono essere allineati allo sviluppo sostenibile. Dobbiamo affrontare il cambiamento climatico e le disuguaglianze per preservare le prospettive economiche. Infine, una maggiore trasparenza e un ecosistema informativo più completo rafforzeranno la capacità dei Paesi di gestire i rischi e di utilizzare le risorse in modo corretto e in linea con lo sviluppo sostenibile.

fonte: Eduardo Lubrano per impakter.it