13 Dic Il MASE pubblica la lista con le 51 aree in sei regioni idonee al deposito scorie nucleari italiano
La Sogin e il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica hanno scelto 51 aree ritenute idonee al deposito scorie nucleari italiano in sei regioni italiane: il 40% sono in provincia di Viterbo, 14 siti sono in Basilicata, nessuna località toscana interessata. E ben venga se qualche comune volesse autocandidarsi.
La Toscana è esclusa dalla lista, ma le altre sei regioni sono confermate. Le 51 località individuate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) come adatte per il deposito di scorie nucleari si trovano nel Lazio, Piemonte, Puglia, Basilicata e nelle isole maggiori Sicilia e Sardegna. Il MASE ha precisato che questi siti rispettano i parametri previsti dalla Guida tecnica Isin, che adotta normative internazionali per strutture di questo tipo.
Le aree idonee al deposito di scorie nucleari sono prevalentemente concentrate tra Lazio e Basilicata. In particolare, il 41% delle 51 località si trova nella provincia di Viterbo. Nella regione lucana, le aree indicate sono 14, di cui 4 al confine tra Basilicata e Puglia (due tra Matera e Laterza e altre due tra Matera e Altamura). La Sardegna conta 8 siti nelle province di Sud Sardegna e Oristano, il Piemonte ne ha 5 nelle vicinanze di Alessandria, la Sicilia presenta due siti in provincia di Trapani, mentre la Puglia ha un sito completamente all’interno del suo territorio, a Gravina.
Questa decisione segna un passo avanti nella creazione del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, che includerà anche un parco tecnologico, una necessità richiesta dall’Unione Europea e su cui l’Italia è in ritardo da anni. La Sogin, responsabile della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), aveva trasmesso le informazioni al MASE già a marzo 2022, quando erano stati individuati inizialmente 67 siti. Nonostante ci siano state modifiche, il Lazio rimane la regione con il maggior numero di aree. Tuttavia, il MASE conferma che il Deposito nazionale potrebbe essere costruito in un sito diverso da quelli indicati, e il ministero accetta candidature volontarie. Gli enti territoriali e il Ministero della Difesa possono presentare autocandidature entro trenta giorni dalla pubblicazione della Carta, chiedendo una rivalutazione dell’area per verificarne l’idoneità. Anche i comuni già inclusi nella lista delle 51 aree possono manifestare interesse al MASE.