INPS: dietrofront su un possibile aumento di tre mesi dell’età pensionabile

INPS: dietrofront su un possibile aumento di tre mesi dell’età pensionabile

La Cgil nella giornata di giovedì aveva evidenziato come il simulatore dell’Istituto di previdenza avesse aumentato di tre mesi i requisiti per accedere alla pensione, facendo scoppiare così una polemica politica e tanta preoccupazione nella cittadinanza per una scelta ‘motu proprio’ dell’istituto senza il conforto di una legge dello Stato e, probabilmente senza l’approvazione dell’esecutivo. In serata era poi arrivata la smentita dell’Istituto, che aveva garantito “che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate”. In effetti, poche ore dopo, il simulatore Inps “La mia pensione futura” era stato aggiornato, eliminando quei tre mesi in più per l’accesso alla pensione dal 2027.

E’ stato stimato che ad essere penalizzati da questo eventuale innalzamento di tre mesi sarebbero stati i nati nel 1960, i baby boomers, rimasti fuori dalla Quota 100 dato che per utilizzare la misura di anticipo della pensione ci volevano 62 anni compiuti entro il 2021 oltre a 38 anni di contributi versati e bloccati da un ulteriore aumento dei requisiti. Ci sarebbe stato inoltre anche il rischio di creare nuovi ‘esodati’, lavoratori che hanno aderito a piani di isopensione o scivoli di accompagnamento alla pensione e potrebbero trovarsi per alcuni mesi senza tutele. In questo momento, quindi, questa è la legge che rimane valida per il 2025 e il 2026: età di vecchiaia di 67 anni e i 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) per l’anticipata, oltre a tre mesi di finestra mobile. Il Rapporto della Ragioneria del 2024 sulle tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico ipotizza che l’età di uscita resti ferma a 67 anni anche nel 2027-28.

Tuttavia, se in questo momento non c’è alcuna nuova norma che metta nero su bianco uno scatto in avanti per l’età pensionabile, questo non significa che la questione resti concretamente  aperta. Dobbiamo considerare che la regola prevede già adesso l’adeguamento alla speranza di vita, attesa in salita nei prossimi anni. L’aumento potrebbe comunque non essere automaticamente trasferito sui requisiti pensionistici, in caso di intervento tempestivo del governo. E nel frattempo onorevoli parlamentari hanno chiesto che l’INPS si presenti alle Camere per dare una spiegazione.