28 Ott Ismea: la spesa alimentare della famiglia italiana nel primo semestre 2021
Un report di Ismea ci offre una fotografia dei consumi alimentari delle famiglie italiane nel periodo gennaio-giugno 2021. Le elaborazioni Ismea sui dati Nielsen indicano infatti un valore della spesa superiore di quasi il 10% rispetto al periodo pre-pandemico (primo semestre del 2019).
Nonostante la ripresa graduale della socialità e la maggiore libertà degli spostamenti, parte dei consumi alimentari appaiono stabilmente migrati tra le mura di casa, anche per effetto dello smart working che da misura emergenziale sta diventando a tutti gli effetti un fenomeno strutturale.
I primi sei mesi del 2021 sono stati ancora largamente influenzati dall’andamento della pandemia. I consumi domestici si attestano infatti su livelli analoghi a quelli dei primi sei mesi del 2020, superando quindi in ampia misura quelli dello stesso periodo del 2019.
La spesa per i prodotti alimentari e le bevande nel complesso, dopo il +7,4% messo a segno nel 2020, a fronte del perdurare delle limitazioni per il contenimento della diffusione del virus, si mantiene su livelli elevati anche nel primo semestre 2021, registrando un lievissimo incremento (+0,1%) sul primo semestre 2020, attestandosi su livelli superiori del 9,6% rispetto al primo semestre di un’annata regolare come quella del 2019.
Nei primi sei mesi del 2021 l’atteggiamento dei consumatori nei confronti dell’acquisto di generi alimentari evidenzia una maggiore positività nelle aspettative per il futuro; l’allentamento e la sempre più probabile uscita dalle restrizioni dà nuovo slancio ai consumi favorendo in questo frangente quei prodotti di cui nei mesi passati ci si era maggiormente privati: volano gli acquisti di prodotti ittici, di aperitivi, di vini, e di birra.
In particolare, l’analisi dei dati del primo semestre 2021 evidenzia come si sia modificato progressivamente l’atteggiamento dei consumatori nei confronti del cibo rispetto al 2020. Si continua a mangiare di più a casa, questo è evidente, ma cambia di nuovo la composizione del carrello: emerge infatti un ridimensionamento dell’interesse per i prodotti conservabili (surgelati e scatolame) e un ritorno ai prodotti freschi sfusi anche altamente deperibili come il pesce fresco (+27%), un ridimensionamento dell’interesse per gli ingredienti base utilizzati per le preparazioni in casa, controbilanciato da una ulteriore forte crescita di “prodotti ricompensa”, soprattutto nel comparto delle bevande, dove la spesa è ulteriormente cresciuta (rispetto al 2020) del 7,7%.
I discount, con una quota del 14%, continuano a rappresentare la categoria in maggiore evoluzione: l’ampliamento continuo della rete e l’esigenza di risparmio sempre più diffusa hanno spinto l’incremento delle vendite anche nel primo semestre al +3%; questo è l’unico canale fisico a crescere rispetto al primo semestre 2020.
Registra invece una battuta di arresto la crescita delle vendite nei negozi tradizionali, che segnano un -3% nel primo semestre mantenendo comunque il vantaggio sulla situazione del 2019 del 16%.
I liberi servizi sono l’unico canale a segnare un sostenuto decremento delle vendite (-9%), scendendo con i fatturati a livelli inferiori a quelli del 2019 (-1%).
In lieve aumento anche le vendite degli ipermercati, che chiudono il primo semestre con un riallineamento ai fatturati del 2019, mantenendo lo share del 24% tra i canali distributivi.
Continuano a crescere leggermente le vendite “on line”: +2% rispetto al primo semestre 2020; più che raddoppiate dall’inizio della pandemia, arrivano a pesare ora il 4% sulle vendite alimentari retail totali.