Italia, stato della siccità, dell’acqua e della scarsità idrica

Italia, stato della siccità, dell’acqua e della scarsità idrica

Da una intervista a un ricercatore ISPRA arriva la spiegazione come la situazione oggi sia certamente sotto osservazione, e perché non si possa parlare ancora di emergenza.

Sulla zona del distretto idrografico del Fiume Po e, in particolare, sul Piemonte, da inizio anno si registrano “precipitazioni molto basse, prossime ai minimi storici: gennaio 2022 è stato il quinto mese meno piovoso dal 1951 e l’attuale mese di marzo, al netto delle piogge di fine mese, rischia di essere il sesto mese più secco negli ultimi 65 anni”. Mariani sottolinea che “nel mese gennaio in Piemonte piove normalmente di meno rispetto agli altri mesi. L’impatto diventa però più grave se il fenomeno continua anche nei mesi primaverili”. Le previsioni meteorologiche a medio termine, aggiunge, “che presentano per loro natura una maggior incertezza rispetto alle previsioni a breve termine, prevedono delle perturbazioni associate a precipitazioni nelle prime settimane di aprile e in seguito un possibile ritorno a condizioni meno piovose”, sottolinea Mariani.

In conseguenza di queste precipitazioni scarse, si sono potenziate le attività del relativo Osservatorio. Un indicatore non proprio scientifico ma efficace della gravità della situazione è la frequenza degli incontri degli Osservatori. “Di solito si tiene un Osservatorio ogni due mesi”, ci racconta Mariani: “Ad oggi, invece, abbiamo avuto già la quarta riunione dell’Osservatorio per il distretto del Fiume Po dall’inizio dell’anno. Nell’ultimo anno siccitoso per l’intero territorio nazionale, il 2017, con casi di siccità anche estrema, in alcuni casi si è arrivati anche a una riunione ogni settimana”. Gli Osservatori, infatti, servono per decidere quali sono le misure corrette da mettere in atto, sia sul breve che nel lungo periodo, sia nelle situazioni ordinarie sia in quelle legate alla gestione delle conseguenze di eventi di siccità e scarsità idrica, cercando di fare una pianificazione che sia la più efficace e sostenibile possibile.

Come sta, quindi, il Po? “C’è una situazione di grande attenzione ma non ancora emergenziale: un livello di severità idrica media per il distretto idrografico, con precipitazioni previste e quindi una possibile ripresa dei deflussi nelle principali sezioni del Fiume Po. Tuttavia, siccome sta per iniziare la stagione irrigua, con grande domanda di acqua da parte dell’agricoltura, si stano intensificando le riunioni dell’Osservatorio per capire se la mancanza di precipitazioni sarà tale da arrecare problemi nella disponibilità di risorse. In ogni caso, su alcuni territori del distretto, come in Emilia Romagna, sono state avviate campagne di sensibilizzazione verso la popolazione per sottolineare la situazione in corso e l’adozione di buone pratiche nell’uso dell’acqua. Ma non parliamo ancora di emergenza. Se questi livelli di severità dovessero intensificarsi e perdurare e non avessero effetto le misure adottate di prevenzione e mitigazione, determinando quindi sensibili problemi economici e sociali (in particolare per il settore d’uso civile), si potrebbe però arrivare a situazioni di emergenza per deficit idrico, laddove saranno pertanto necessari interventi esterni di carattere operativo e normativo, decretati da provvedimenti delle autorità preposte (quali le Prefetture, la Protezione Civile, ecc.). Queste situazioni potrebbero condurre anche alle deliberazioni dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri e avere effetti dal punto di vista economico, per i risarcimenti”.

Nemmeno negli altri distretti la situazione, ad oggi, appare emergenziale, sebbene sotto stretta osservazione. “L’Osservatorio delle Alpi orientali ha rilevato una severità bassa, con l’eccezione di alcuni territori del distretto. Severità bassa anche per il distretto idrografico dell’Appennino centrale, con alcune aree in cui la severità è più alta, che ha richiesto pertanto la convocazione di una riunione straordinaria a inizio aprile. A fine mese si sono tenute le riunioni dell’Osservatorio per l’Appennino meridionale e per l’Appennino settentrionale. Se nell’Appennino meridionale la situazione sembra tranquilla, senza grossi problemi nel soddisfare la domanda di acqua, nell’Appennino settentrionale la situazione in corso, determinata da scarse precipitazioni, ha richiesto la programmazione di un ulteriore riunione a metà aprile”.

Leggi l’intervista completa su economiacircolare.com