18 Giu La siccità colpisce e il deserto avanza anche in Italia
Il bollettino acqua in Italia racconta da qualche giorno dell’inizio dei razionamenti notturni in alcuni comuni del Nord Italia. Le avvisaglie ci sono tutte: fa caldo, un’ondata di calore e secca senza precedenti per la tarda primavera; non piove, i fiumi sono sotto un livello accettabile e l’estate deve ancora cominciare.
Il giorno dopo che l’ONU ha “festeggiato” la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità scopriamo che il fenomeno non è isolato e non riguarda solo l’Italia.
Sono circa 200 i Paesi al mondo colpiti in qualche misura da questo fenomeno, per 1 miliardo di abitanti. Tra gli stati più colpiti ci sono Cina, India, Pakistan e diverse Nazioni di Africa, America Latina, Medio-Oriente.
Ma anche Stati dell’Europa mediterranea, come Portogallo, Spagna, Grecia, Cipro, Malta. E l’Italia naturalmente.
Negli ultimi anni, l’Europa meridionale è diventata fino al 20% più secca. Negli ultimi 25 anni il nostro paese è stato colpito da 4 grandi siccità (nel 1997, 2002, 2012, 2017), con danni per oltre 5 miliardi di dollari.
“I recenti fenomeni di siccità denotano un futuro precario per il mondo. La carenza di cibo e acqua, così come gli incendi boschivi causati da una severa siccità, si sono tutti intensificati negli ultimi anni”.
—Ibrahim Thiaw, Segretario Esecutivo della UNCCD
Situazione Italia
Secondo l’Anbi, l’associazione italiana dei Consorzi di bacino, il 70% della superficie della Sicilia presenta un grado medio-alto di rischio desertificazione. Seguono Molise (58%), Puglia (57%), Basilicata (55%).
Nel Nord Italia, secondo Cia-Agricoltori italiani, questa estate è a rischio fino al 50% della produzione, con danni che potrebbero arrivare a 1 miliardo di euro. Anbi e Confeuro ribadiscono come sia necessario costruire nuovi invasi (ora si raccoglie solo l’11% dell’acqua piovana) e Confagri ricorda che il 40% dell’acqua immessa negli acquedotti va dispersa per falle nelle tubazioni.
La prolungata siccità di quest’anno ha provocato e sta provocando danni alla biodiversità, sottolinea il Wwf, soprattutto a tutti quegli organismi legati alle acque interne: il prosciugamento di molte piccole e grandi zone umide, tra marzo e maggio, ha impedito o ridotto drasticamente la riproduzione di molte specie di anfibi, alcune delle quali in uno stato di conservazione già critico. Ci sono state morie di pesci in tratti fluviali e zone umide rimaste completamente a secco; inoltre l’asciutta di molti ecosistemi sta mettendo ancora di più in crisi molte specie autoctone favorendo l’ulteriore diffusione di specie esotiche.
Intanto il Piemonte, che «registra una crisi idrica peggiore di quella del 2003 e il Po ha una portata d’acqua di -72% di quello che dovrebbe essere il dato di portata naturale» spiega il presidente Alberto Cirio che giovedì ha chiesto lo stato di calamità per l’agricoltura, sono 170 i comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile, cioè finalizzato agli scopi alimentari, e di limitazione o divieto di usi impropri e 10, concentrati nel Novarese, quelli che hanno dovuto ricorrere all’interruzione notturna della fornitura. «Al momento la situazione è sotto controllo per quanto riguarda gli usi civili dell’acqua potabile – sottolinea il governatore – ma abbiamo uno stato di emergenza molto grave per l’agricoltura».
fonte : Avvenire, UNCCD