27 Dic L’Europa adotta uno standard universale USB-C per i caricabatteria
Dover utilizzare diversi cavi USB per ricaricare i nostri smartphone, tablet e fotocamere può essere frustrante. L’Unione europea vuole far sì che sia solo un ricordo, rendendo più semplice la vita dei consumatori e riducendo i rifiuti elettronici. Dopo un decennio di pressioni da parte del Parlamento europeo, a settembre 2021 la Commissione europea ha presentato la proposta di un caricabatterie standardizzato.
Anna Cavazzini, la presidente della Commissione per la protezione dei consumatori del Parlamento europeo, aveva rilasciato una intervista per spiegare il senso della nuova regolamentazione che, a partire da sabato 28 dicembre 2024 dice addio alla moltitudine di caricabatterie per i propri dispositivi elettronici e consentirà alle famiglie europee di risparmiare circa 250 milioni di euro all’anno. La normativa prevede inoltre che i consumatori possano scegliere di non ricevere un nuovo caricabatterie con ogni dispositivo acquistato. I produttori di laptop avranno tempo fino al 28 aprile 2026 per adeguarsi alle nuove regole.
La proposta di un caricabatteria universale
“Per 10 anni il Parlamento europeo ha insistito sull’introduzione di un caricatore universale, in modo da non aver più bisogno di molti cavi, ma solo di uno”, ha detto Cavazzini. La Commissione europea ha provato a coinvolgere le aziende attraverso accordi su base volontaria, che hanno funzionato solo in parte. Tuttavia, la mancata accettazione da parte del totale delle aziende, ha spinto la Commissione a formulare la proposta di una nuova normativa per il caricatore universale.
Cosa significa per i consumatori?
La proposta si articola in due parti: la prima riguardante l’introduzione di uno standard comune per i caricatori, in modo tale da renderli intercambiabili nel futuro. Questo costituirebbe un vantaggio per i consumatori che potrebbero caricare tutti i loro dispositivi con qualsiasi cavo. La seconda parte della proposta riguarda il cosiddetto unbudling (o separazione). “Se compro un nuovo cellulare, spesso ricevo automaticamente un nuovo cavo”, spiega Cavazzini. “In futuro, cellulari e dispositivi elettronici non saranno più venduti automaticamente con cavi in dotazione e questo ridurrà i rifiuti elettronici”. Per i consumatori questo significherebbe la necessità di acquistare un cavo separatamente, ma considerato che la maggior parte delle persone dispone già di almeno un cavo, ciò non dovrebbe comportare grandi spese aggiuntive.
Questo soffocherà l’innovazione?
Secondo gli europarlamentari, le aziende spesso sollevano la questione dell’ostacolo normativo per l’innovazione, come fatto in particolare da Apple. “Io non credo”, continua Cavazzini. “La proposta prevede che qualora emergesse un nuovo standard, migliore dell’USB-C, le norme possano essere adattate”. Il gigante tecnologico si è successivamente adeguato alla direttiva, introducendo la porta USB-C sui propri dispositivi.
Quanto verranno ridotti i rifiuti elettronici?
“Esistono diverse stime, la cifra che viene spesso citata è di circa 1000 tonnellate all’anno. I rifiuti elettronici costituiscono il flusso di rifiuti a più rapida crescita nell’UE. Se vogliamo davvero attuare il Green Deal e ridurre l’uso delle risorse, dobbiamo eliminare tutti gli ostacoli” ha detto Cavazzini. Il Parlamento Europeo ha assicurato che monitorerà attentamente l’adattamento dei produttori a questi cambiamenti.