Modelli organizzativi per SSD e ASD: le prossime scadenze di adeguamento

Modelli organizzativi per SSD e ASD: le prossime scadenze di adeguamento

La Riforma dello Sport, introdotta con il D.Lgs. 36/2021, ha ridefinito il quadro normativo per le società sportive dilettantistiche (SSD) e le associazioni sportive dilettantistiche (ASD), imponendo nuove regole per la gestione e il controllo delle attività sportive.

Entro il 31 agosto 2024, salvo poche eccezioni, tutte le organizzazioni sportive dovranno adottare modelli organizzativi e di controllo conformi alle Linee Guida previste dall’art. 16 del D.Lgs. 39/2021. Questi modelli, noti come MOS, sono strumenti fondamentali per prevenire reati e garantire un ambiente sportivo sicuro e inclusivo. Le Linee Guida, redatte dalle Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate e Enti di promozione sportiva, mirano a tutelare i minori e prevenire molestie, violenza di genere e discriminazioni.

Le SSD e ASD che già dispongono di un modello organizzativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001 devono integrarlo con le nuove disposizioni per evitare responsabilità amministrative in caso di reati commessi dai propri membri.

L’adozione dei MOS è obbligatoria, e la mancata conformità può portare a sanzioni disciplinari da parte degli organismi sportivi competenti. Le Linee Guida prevedono sanzioni specifiche per i tesserati che violano il Codice delle pari opportunità o che siano stati condannati per reati contro i minori. Inoltre, le organizzazioni sportive possono costituirsi parte civile nei processi penali contro i propri tesserati.

I MOS devono includere procedure per la prevenzione e la gestione tempestiva di abusi, violenze e discriminazioni, promuovendo una cultura inclusiva che valorizzi la dignità e i diritti di tutti i tesserati. L’obiettivo è creare un ambiente sportivo più sicuro e positivo, garantendo che ogni individuo operi in un contesto etico e rispettoso.

Ricordiamo che alla data del 1 luglio 2024, tutte le ASD e SSD devono aver provveduto a nominare un responsabile interno antiviolenza con competenze specifiche, il quale non faccia parte del board dell’ente per garantire la sua indipendenza.