Nuovo regime IVA per sport e terzo settore slitterà al 2026

Nuovo regime IVA per sport e terzo settore slitterà al 2026

Il nuovo regime Iva per sport e terzo settore non partirà a gennaio 2025. Sarà inserita una proroga in manovra, per poi definire un sistema con dei paletti “entro i quali si rimane nell’ambito di esclusione”. Ad affermarlo il viceministro dell’economia Maurizio Leo, intervenuto ieri all’assemblea della Cia-Agricoltori italiani. Leo ha ripreso a stretto giro le parole pronunciate tre giorni fa dal viceministro del lavoro con delega al terzo settore Maria Teresa Bellucci, che aveva parlato di uno slittamento dei termini e del dialogo in corso con il Mef.

Arriva, quindi, la conferma: nella legge di bilancio in discussione in questi giorni in Parlamento ci sarà la proroga dell’entrata in vigore del nuovo regime Iva per sport e terzo settore. A partire dal 1° gennaio 2025, tanto gli Ets quanto Asd e Ssd (Enti del terzo settore, Associazioni e società sportive dilettantistiche), sarebbero passate dal regime di esclusione a quello di esenzione Iva, con la conseguenza di nuovi adempimenti (apertura della partita Iva e registratore di cassa, solo per fare due esempi). Un passaggio che “crea problemi, ne siamo consapevoli”, come affermato da Leo ieri. “Per questo, come governo, nella prossima legge di bilancio vogliamo prorogare questo ambito di applicazione; quindi, rimane ancora un meccanismo di esclusione Iva per il 2025”. Ma non è tutto, visto che “l’obiettivo è quello di fissare paletti e indicatori entro i quali si rimarrà comunque nell’ambito dell’esclusione”. Le parole di Leo, quindi, aprono a possibili differenziazioni sull’applicazione dell’imposta in base alla grandezza dell’Ets o dell’Asd interessata, andando ad agevolare le più piccole.

La partita non è limitata ai confini nazionali, anzi. Il campo di gioco più importante è a Bruxelles. Questo sia per la questione Iva che per l’atteso parere Ue sul regime fiscale introdotto dalla riforma, che segnerà il destino delle Onlus. Sul punto, Leo ha citato il ruolo che potrà avere il nuovo commissario Raffaele Fitto: “lasceremo, quindi, l’esclusione per il 2025, ma al contempo fisseremo dei paletti, questo sempre in un clima di dialogo che si deve fare con l’Unione europea. Fitto”, il pensiero di Leo, “avrà un ruolo fondamentale e può essere d’ausilio la sua presenza, in modo che riusciamo a far capire all’Ue che entro un certo tetto possiamo restare nell’ambito dell’esclusione: questo può riguardare soprattutto gli enti cui voi fate riferimento. L’Iva, ha poi spiegato Leo, “è un tributo comunitario, armonizzato, dove non c’è sovranità piena e tutta la normativa deve necessariamente essere conforme alle regole fissate a livello Ue. Per quanto riguarda il mondo degli enti non commerciali la disciplina era quella dell’esclusione dal campo di applicazione dell’Iva, ma sono intervenute una serie di procedure di infrazione. Il legislatore ha dovuto, quindi, correggere il tiro”, ha concluso il sottosegretario.
Fonte: comitato regionale CONI Liguria