17 Nov Pensioni: la rinnovata Quota 103 non è più così conveniente
In fase di redazione della nuova legge di bilancio si era parlato di una riforma delle pensioni che portasse a Quota 104. alla fine così non è stato, ed è stata rinnovata per un altro anno Quota 103 ma con dei paletti così stringenti che non la renderanno attrattiva per chi avesse maturato l’idea di andare in pensione.
Come, infatti, ha scritto poco tempo fa il Corriere, nel 2024 Quota 103 sarà utilizzata da molti meno lavoratori che nel 2023 (a fine ottobre erano state accolte poco più di 16 mila domande a fronte delle oltre 40 mila che si prevedeva – erroneamente – che sarebbero state inoltrate). La modifica principale è data dal calcolo dell’assegno, che sarà interamente contributivo, e dal tetto dato alla pensione fino al raggiungimento di quella per anzianità. Quindi, nel 2024, chi vuole uscire prima dal lavoro gli conviene Quota 103 o la pensione anticipata ordinaria?Pensioni, la nuova Quota 103Ma come sarà la nuova Quota 103 dal 2024? Per trovare le risorse per le pensioni minime e per confermare il taglio del cuneo fiscale, il governo, come detto, ha inasprito i paletti di accesso a Quota 103, introducendo tre nuove forme di penalizzazione: * assegno più basso perché calcolato tutto col contributivo (compresi i versamenti precedenti al 1996, che finora erano stati calcolati col metodo retributivo); * un tetto all’assegno, che non potrà superare 4 volte il minimo; * finestra più lunga per il primo pagamento (da 3 a 7 mesi per i dipendenti privati e da 6 a 9 mesi per i pubblici). Il tetto dell’assegno di pensionePer quanto riguarda il tetto all’assegno, che non potrà superare 4 volte il minimo, per calcolarlo dobbiamo tenere in considerazione i valori previsionali dell’assegno minimo nel 2024: il tetto, così, diventa di poco meno di 3 mila euro per chi accederà a Quota 103 con i requisiti maturati già nel 2023, mentre per coloro che i requisiti li avranno raggiunti nel 2024, il tetto dell’assegno massimo scenderà a poco meno di 2.400 euro (per una perdita di circa 600 euro).Pensione, le nuove finestre per l’uscita Quando si va in pensione non è detto che sia immediata, anche se si sono raggiunti i requisiti spesso si deve rientrare nelle cosiddette finestre mobili, un meccanismo introdotto dal legislatore che può ritardare l’uscita effettiva dal lavoro. Nella bozza della legge di Bilancio, il governo ha previsto un allungamento per la nuova Quota 103 del periodo che intercorre tra quando si raggiungono i requisiti e quando si va effettivamente in pensione. Le “finestre di uscita” passano dalle attuali tre a sette mesi per i dipendenti del settore privato e da sei a nove mesi per i dipendenti del pubblico. Quindi, se un dipendente privato presenta la domanda di pensionamento a 62 anni, di fatto non riceverà l’assegno prima di sette mesi, mentre uno statale ne dovrà aspettare nove. Insomma, non è una Quota 103, ma una “Quota 103 e ¾”, come l’hanno definita i sindacati. Il divieto di accumulo con altri redditiInoltre, chi lascia il lavoro con Quota 103 non potrà avere altri redditi da lavoro dipendente o autonomi fino al compimento dei 67 anni (si fa eccezione per un massimo di 5 mila euro lordi di incasso annuo per lavoro autonomo e occasionale).La pensione anticipata ordinariaE ora veniamo alla pensione anticipata ordinaria, il trattamento che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia. La pensione anticipata è in vigore dal 1° gennaio 2012 e ha sostituito la precedente Pensione di anzianità. I requisiti sono: * 42 anni e 10 mesi di contributi versati per gli uomini (2227 settimane); * 41 anni e 10 mesi di contributi versati per le donne (2175 settimane). Questi requisiti sono in vigore fino al 31 dicembre 2026. Dal 1° gennaio 2027, i requisiti contributivi saranno adeguati, con cadenza biennale, agli incrementi della speranza di vita che verranno via via stabiliti. La pensione anticipata ordinaria richiede la fine del rapporto di lavoro dipendente al momento dell’accesso al prepensionamento, ma in seguito non vieta la cumulabilità del trattamento pensionistico anticipato e di anzianità con altri redditi da lavoro dipendente, mentre per il lavoro autonomo non è nemmeno richiesta la cessazione dell’attività svolta al momento del prepensionamento.Quota 103 o pensiona anticipata ordinaria?Ma alla luce di tutto questo, cosa conviene di più? Era meglio la prima versione di Quota 103? Ed è meglio la nuova Quota 103 o l’uscita anticipata ordinaria? Il Sole24Ore ha provato a fare un paio di simulazioni che dimostrano come la nuova versione di Quota 103 può portare a una riduzione consistente dell’importo dell’assegno. Il quotidiano economico prende l’esempio di una lavoratrice con una retribuzione lorda di 56 mila euro, nata a febbraio 1961 (dunque compirà 63 anni nel 2024, uno dei requisiti per accedere a Quota 103) e che avrà il requisito contributivo a dicembre del 2023 con decorrenza di Quota 103 ad aprile del 2024. La sua pensione lorda mensile di Quota 103 calcolata con metodo misto sarà di 2.620 euro, versando contributi fino alla fine di marzo 2024. In questo caso, inoltre, non rientra nel tetto di cinque volte il trattamento minimo previsto dalla nuova Quota 103. Se invece il requisito matura a gennaio 2024, senza versamento di contributi da dicembre 2023, la lavoratrice rientra nella nuova Quota 103 con maturazione del requisito contributivo a gennaio 2024, con un assegno di 1.950 euro lordi mensili, ma a partire da settembre 2024. Nel caso, infine, la lavoratrice decida di aspettare il requisito della pensione anticipata ordinaria (che scatta da ottobre 2024 ) riceverà un assegno di 2.720 euro lordi mensili: il calcolo rimane misto e non ha alcuna limitazione nel caso di altri redditi sia da lavoro autonomo che da dipendente. Secondo l’analisi del quotidiano economico, soprattutto per le donne converrà lavorare qualche mese in più per evitare la penalizzazione economica della nuova Quota 103. Per gli uomini si deve mettere in conto circa un anno e mezzo di lavoro in più. Tutto sulla nuova Manovra.
Fonte: Corriere della Sera