24 Dic Reddito di libertà alle donne vittime di violenza. Dotazione 2024-25
Il Reddito di libertà per le donne vittime di violenza è entrato in vigore in Italia dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 20 luglio 2021. E’ parte integrante del Dpcm del 17 dicembre 2020, istituito dall’articolo 105-bis del decreto Rilancio 34/2020 con l’obiettivo di “contenere i gravi effetti economici derivanti dalla pandemia, in particolare sulle donne in condizione di maggiore vulnerabilità perché vittime di violenza, una violenza da cui l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione possono sottrarle”.
A chi è destinato il contributo
Sono stati stanziati tre milioni e messi a disposizione delle Regioni e province autonome che potranno ulteriormente incrementarli con fondi propri.
Questo contributo è destinato, precisa l’articolo 3 del Dpcm,” alle donne vittime di violenza, sole o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali” e può arrivare fino a 400 euro mensili per un massimo di dodici mensilità.
Come va richiesto
La domanda per il reddito di libertà può essere presentata al tramite del Comune competente per residenza dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, utilizzando questo modulo (Pdf 241 Kb).
La domanda deve essere accompagnata da:
- una dichiarazione del centro antiviolenza che attesti il percorso di emancipazione e autonomia della richiedente;
- una certificazione di povertà rilasciata dal servizio sociale competente.
Dopo di che:
- i Comuni o le Province autonome, inoltrano la domanda all’INPS, secondo le indicazioni della Circolare n. 166 del 08-11-2021;
- il sistema informativo dell’INPS, prende in carico la registrazione e procede all’invio di una ricevuta di presentazione all’interessata.
Al fine di facilitare la presentazione in via telematica delle istanze all’INPS, è stata predisposta una specifica piattaforma di collegamento con i Comuni italiani che permetterà di inoltrare l’istanza redatta dalla cittadina interessata.
Inoltre, non è escluso che gli Enti che gestiscono le istanze, possano prevedere una procedura di domanda online per il Reddito di libertà. Conviene, quindi, chiedere informazioni direttamente agli sportelli degli Enti locali qual è la procedura adottata in quel territorio.
Finalità e cumulabilità
Il Reddito di libertà è finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale nonché il percorso scolastico e formativo dei/delle figli/figlie minori e non è incompatibile con altri strumenti di sostegno come il Reddito di cittadinanza. Spetterà all’Inps anche la vigilanza sulla legittimità delle domande e sulle condizioni delle donne a cui verrà riconosciuto o revocato il trattamento.
Finanziamento della misura nel 2024 e 2025
Nel 2024 la misura relativa all’anno in corso è stata ostacolata da molti ritardi burocratici. Sbloccando 30 milioni di euro con il Decreto attuativo del 9 Dicembre 2024, il Governo ha anche aumentato il contributo da 400 euro a 500 euro mensili per l’annualità in corso.
Per il 2025 invece, la misura, gestita dall’INPS ed erogata da Regioni e Province autonome, è stata confermata dalla Legge di Bilancio con uno stanziamento di 11 milioni di euro, per ogni anno fino al 2027.