
28 Mar Rottamazione veicoli in fermo amministrativo: approvata la legge
Rimuovere 3,5 milioni di veicoli fuori uso dalle strade per restituire decoro e sicurezza a molte aree delle piccole città italiane, così come alla Capitale. Questo è l’obiettivo della proposta di legge approvata oggi all’unanimità dall’Aula della Camera, intitolata «Modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo». La legge mira a colmare una lacuna normativa, permettendo la rottamazione dei veicoli soggetti a fermo amministrativo.
Approvata con 235 voti favorevoli, la proposta passa ora al Senato per la seconda lettura. Essa prevede che, in presenza della certificazione di un pubblico ufficiale sull’inutilizzabilità del veicolo, sia possibile cancellarlo dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e procedere con la demolizione, a carico dei proprietari e senza oneri per Comuni ed enti locali. Questo lavoro collettivo, bipartisan e unanime, risponde concretamente alle esigenze dei cittadini, spiega il deputato della Lega Domenico Furgiuele, Segretario della IX Commissione Trasporti. «La normativa presentava un vuoto significativo, impedendo la rottamazione dei mezzi sottoposti a fermo amministrativo. Rimuoveremo milioni di veicoli abbandonati e fatiscenti, diventati simboli di degrado urbano».
Anche l’avvocato Giuseppe Altieri, dell’Ancsa, considera il disegno di legge saggio, ma evidenzia alcune criticità. «È un buon inizio, ma si affronta solo una parte del problema. Servirebbe un approccio globale, che includa tutti i veicoli abbandonati, come quelli dissequestrati in procedimenti penali e mai reclamati. In Senato si auspica l’inserimento di emendamenti per risolvere queste situazioni».
Altieri propone un censimento dei veicoli nelle depositerie e una norma che consenta ai magistrati di ordinare la demolizione dei mezzi abbandonati dopo il dissequestro. Tuttavia, si evidenziano problemi di fattibilità pratica, come il carico delle spese sui cittadini. «È difficile pensare che chi non ha pagato spese di custodia o tasse sia disposto a pagare la demolizione. Una soluzione più realistica sarebbe stipulare convenzioni con i rottamatori per garantire la demolizione a costo zero, semplificando così la gestione».