21 Gen Secondo la FAO la guerra in Ucraina colpisce un agricoltore su quattro
Il settore agricolo dell’Ucraina è sempre più colpito dagli effetti della guerra. Lo rivela un rapporto della FAO rendendo noti i risultati di oltre 5mila interviste condotte nel Paese. Ad oggi, spiega l’organizzazione ONU, una famiglia su quattro tra quelle attive nel comparto afferma di aver sperimentato una riduzione o addirittura un’interruzione della produzione agricola a seguito dell’invasione russa.
Oltre alle inevitabili ricadute sull’export internazionale – un tema già al centro del dibattito da mesi – il conflitto ha avuto ripercussioni sulla popolazione rurale, fortemente dipendente dall’economia agricola del Paese. Gli effetti della guerra, spiega la FAO, sono più evidenti negli regioni che si collocano lungo la linea del fronte. Ma sono ampiamente avvertiti anche nel resto del Paese.
Colpito un quarto della popolazione rurale ucraina
“Il settore agricolo ucraino è un’importante fonte di sostentamento per circa 13 milioni di persone che vivono nelle aree rurali”, ha affermato Pierre Vauthier, responsabile dell’Ufficio FAO per il Paese. L’agricoltura familiare, ha aggiunto, contribuisce da sola a circa un terzo della produzione nazionale. Secondo il rapporto, “il 25% della popolazione rurale ucraina impegnata nell’agricoltura ha interrotto le proprie attività o ha ridotto la produzione a causa della guerra”.
La situazione, però, “è decisamente peggiore nelle regioni che dipendono maggiormente dal comparto, nelle quali il fenomeno colpisce oltre il 40 per cento delle famiglie attive nel settore agricolo”.
Le conseguenze, rileva ancora la FAO, sono evidenti. La produzione agricola su piccola scala, infatti, svolge un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza alimentare e nel sostenere la catena di approvvigionamento. Oltre a fornire reddito e sussistenza alla popolazione locale.
Danni complessivi per 2,25 miliardi di dollari
L’agricoltura familiare in Ucraina si estende su una superficie complessiva di 3 milioni di ettari, meno di un quinto dell’area coltivata totale. Buona parte dell’attività si concentra sulle colture ad alta intensità di manodopera, frutta e verdura in particolare.
Secondo le stime della FAO, “nei primi sei mesi di guerra i danni e le perdite totali per le famiglie ucraine ammontano a quasi 2,25 miliardi di dollari. Di questi, 1,26 miliardi si registrano nel settore delle coltivazioni, 980 milioni in quello dell’allevamento”.
Il 67,5% della contrazione della produzione agricola complessiva è stato registrato nei segmenti dei cereali e dei semi oleosi. Il costo totale patito in media da ogni famiglia – escludendo quelle residenti nei territori occupati dai russi – ammonta a 483 dollari.
Costi crescenti
Alla contrazione della produzione si aggiunge l’aumento dei costi patito del settore che, secondo il rapporto, interessa il 72% delle famiglie dedite all’agricoltura e il 64% di quelle che si dedicano all’allevamento. Tra giugno e settembre, inoltre, oltre metà dei nuclei familiari rurali ha denunciato un aumento superiore al 50% della spesa per il cibo. Nelle zone di confine con la prima linea, per quasi un intervistato su cinque il rialzo viaggia attorno al 75%.
Le previsioni per il futuro non sono buone. Nei prossimi mesi, infatti, agricoltori e allevatori saranno costretti a fare i conti con le scarse entrate derivanti dalla vendita dei prodotti e dall’accesso limitato agli input produttivi, dai fertilizzanti all’energia. “Con il persistere della guerra, è probabile che la situazione attuale si deteriori ulteriormente e che la capacità di adattamento della popolazione rurale sia messa a dura prova”, conclude l’organizzazione.
fonte: resoilfoundation.org
Autore: Matteo Cavallito